Le ferie d Egitto della Bonino. Ma a noi le aveva vietate
Federica Mogherini, che ha sostituito la Bonino alla Farnesina, non l'ha tolto. Anzi, alle proteste di Ernesto Preatoni, scopritore di Sharm, aveva risposto sulle pagine di questo giornale sostenendo che qualunque considerazione di ordine economico deve cedere il passo alla sicurezza dei cittadini italiani. Principio sacrosanto. Peccato che a Sharm non sia mai accaduto nulla e l'incolumità dei nostri connazionali non sia mai stata in pericolo. Tanto che Emma Bonino, proprio in questi giorni, ha potuto visitare la località turistica del Mar Rosso senza problemi.
Non sappiamo se l'ex ministro si sia recata a Sharm per vacanza oppure per lavoro, essendo esperta di problemi egiziani. Nel primo caso avrebbe commesso quantomeno una leggerezza, oltre all'evidente incoerenza di aver messo il blocco a tutti gli italiani ma non a se stessa. Ma se anche fosse andata per obblighi d'ufficio la sostanza non cambierebbe. Se Sharm è giudicata dai servizi segreti una località pericolosa, non sono possibili intermittenze: non è il caso di andarci e basta. I terroristi, infatti, non fanno molte distinzioni sulla sorte delle loro vittime. Non risultano molto attenti nel selezionare le ragioni che conducono i bersagli prescelti a incrociare le loro bombe. Casomai la presenza di un ex ministro di un grande Paese come l'Italia poteva essere motivo di richiamo per dare maggiore clamore alla loro azione. Diciamo allora che la Bonino è stata imprudente. Nessuno, infatti, può chiederle il martirio recandosi per dovere d'ufficio in una località a rischio. Fra l'altro il suo tailleur sembra assai poco adatto a una missione di guerra.
In realtà intorno alla riviera del Mar Rosso da diversi mesi è in corso uno strano balletto che penalizza l'economia egiziana e di certo non aiuta quella italiana. Il blocco, infatti, è stato messo a Sharm e non anche a Hurgada o nelle altre località balneari della costa. Una discriminazione di cui non sono chiare le ragioni: se ci sono pericoli legati all'instabilità politica del Paese non si capisce la differenza. I terroristi, in genere, non danno indicazioni preventive sui loro bersagli. Ma c'è di più. I servizi segreti italiani hanno mandato informative allarmate alla Farnesina.Viceversa nessuna segnalazione è arrivata dagli 007 russi e inglesi. Eppure è difficile considerare degli sprovvedutile spie di questi due Paesi. Com'è possibile che Roma consideri Sharm pericolosa (ma non le altre spiagge) mentre per Mosca e Londra è tutto tranquillo? Finora, peraltro, hanno avuto ragione visto che, da quando è scoppiata la rivolta in Egitto, sulla riviera del Mar Rosso non è scoppiato nemmeno un petardo.
C'è anche da dire che la persistenza dello "sconsiglio" non aiuta certo la normalizzazione in Egitto. Sharm è la quarta località turistica del Paese. Negli anni d'oro accoglieva un milione di vacanzieri. Oggi il flusso si è rarefatto impoverendo un'area che, per anni, aveva vissuto un certo benessere. La miseria, notoriamente, è il miglior alimento per qualunque disegno eversivo. E di tutto oggi ha bisogno l'Egitto tranne che di nuove povertà. Ma il discorso si riflette anche nel nostro Paese. I resort di Sharm danno lavoro ad almeno duemila italiani, quelli sul posto equelli che lavorano per le agenzie di viaggio e i tour operators. Tutta gente che ha perso il posto o rischia di perderlo essendo stata cancellata la destinazione. Anche per questo il viaggio della Bonino appare quanto meno inopportuno, e forse anche un po' arrogante. - Fonte: Libero (di Nino Sunseri)