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Le due facce della Russia: giù l'outgoing, boom di arrivi

Le due facce della Russia: giù l'outgoing, boom di arrivi

Niente Turchia, ovviamente. E per il momento neanche Egitto. Anche se la prossima estate non si preannuncia entusiasmante per l’outgoing russo, l’edizione 2016 di Mitt (Mosca, 23-26 marzo) si prepara ad accogliere oltre 32mila addetti ai lavori, dopo che negli scorsi anni alla manifestazione moscovita avevano partecipato oltre 1.800 aziende da più di 192 paesi.

Quest’anno, tra le new entry, c’è l’Honduras, mentre Eilat sarà official Partner Region della fiera e per il secondo anno consecutivo sarà presente a Mosca l’Iran, promosso sul mercato russo come destinazione alternativa a Turchia ed Egitto. Nonostante gli sforzi, però, l’effetto combinato della svalutazione del rublo e del terrorsimo internazionale hanno causato nel 2015 un vero e proprio collasso dell’industria turistica russa.

A cominciare dal numero dei tour operator, diminuiti addirittura del 70%. «Nel 2014 i nostri analisti erano stati fin troppo cauti a prospettare un calo del 30% nel numero degli operatori outbound, ma la realtà è stata molto peggiore», ha detto la scorsa settimana Maya Lomidze, executive director dell’associzione russa dei tour operator. 

Al momento sono circa 700 i t.o. specializzati nel turismo outgoing e parte di essi si sta riconvertendo verso il mercato domestico e nell’attività di agenzia di viaggi in attesa che le cose migliorino. Del resto che il 2015 sia stato un anno disastroso per l’intero comparto del travel russo lo dicono i numeri resi pubblici poco più di un mese fa dall’associazione di categoria, che ha denunciato come proprio gli scorsi dodici mesi abbiano fatto segnare il record negativo da 18 anni a questa parte.

«Il turismo outbound è diminuito del 31,3%, attestandosi a poco più di 35 milioni di viaggi internazionali», ha informato Irina Turina, portavoce dell’associazione. E per il 2016, le cose non promettono niente di buono. «Quelli che viaggeranno all’estero non saranno che 6 milioni di persone contro i 12,1 milioni del 2015 e il 17 milioni del 2014. E una cifra simile potrà essere raggiunta solo se l’Egitto riaprirà i battenti come destinazione nelle prossime settimane», ha rincarato la dose il general manager di Intourist Victor Topolkaraev, aggiungendo che la colpa non è solo nella svalutazione del rublo. «Negli ultimi dieci anni – ha detto – il mercato del turismo outgoing ha beneficiato di una gigantesca bolla, e questo è il risultato». 

I mercati che hanno risentito di più di questa situazione sono stati, manco a dirlo, le due destinazioni top del turismo russo: la Turchia (-19% nel 2015) e l’Egitto (-28%), a cui si deve però aggiungere anche la débâcle di destinazioni di lungo raggio come Indonesia (-96,6%), Repubblica Dominicana (-82,5%), Messico (-66,5%), Thailandia (-46%), Maldive (-43,7%) e Cuba (-43%). In Europa, invece, la flessione più marcata ha riguardato Grecia (-48%), Bulgaria, Spagna e Croazia, che hanno visto una caduta dei flussi dalla Russia del 41%. 

In compenso, buone notizie arrivano dall’incoming, con un aumento delle prenotazioni del +30-35%, per lo più da Germania, Uk e Norvegia. E proprio per sostenere la domanda estera, otto tra i più importanti t.o. russi hanno chiesto con una lettera al ministero del Turismo di rendere più agili le pratiche ottenere il visto. Tra le richieste, la possibilità di introdurre un visto gratuito di 72 ore per chi proviene dai paesi dell’Ue. - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it