La villeggiatura diventa un privilegio. Partono in meno ma comprano sul web
Una crescita in controtendenza rispetto al trend complessivo del turismo nel Paese: la crisi economica e la mancanza di fiducia continuano a pesare sulle famiglie, che - costrette a tagliare il superfluo - eliminano la villeggiatura o la accorciano sensibilmente: secondo Trademark Italia quest'estate solo 4 su 10 italiani partiranno per la villeggiatura da una a due settimane. A spingere il web è soprattutto la possibilità di fare ricerche per trovare il miglior prezzo. La rete accentua la concorrenza tra gli operatori che competono sul fronte dei prezzi. I consumatori, grazie ad agenzie online, social network, social media, blog e forum dedicati al turismo, sono in grado di fare confronti.
Il web è innanzitutto usato per la pianificazione, visto che il 62% degli italiani che faranno una vacanza quest'estate ha l'abitudine di verificare le opinioni degli altri turisti su Internet, attingendo dai social network e dai blog. E, arrivati a destinazione, i nostri concittadini gradiscono la connessione Internet: uno su tre - dice Swg - se l'aspetta tra i servizi offerti dall'albergo. Durante la vacanza l'appeal di Internet è imbattibile: il 62% porta con sé tablet, smartphone o computer. Web e devices, insomma, hanno sempre maggiore influenza sulle abitudini vacanziere del nostro Paese. Non è un caso che siano i servizi turistici fra i settori più attivi dell'ecommerce italiano. Nel 2013, secondo l'Osservatorio eCommerce B2c di Netcomm-Politecnico di Milano, il comparto è aumentato dell'11% fino a 4,8 miliardi di vendite. Una cifra che crescerà nell'anno in corso fino a 5,4 miliardi, con un peso corrispondente al 41% del totale del fatturato dell'e-commerce nel nostro Paese. Non solo. Il turismo è anche il comparto delle nostre vendite online che va meglio all'estero: nel 2014, sottolinea l'Osservatorio, varrà il 54% del nostro export via web.
Se il turismo è uno degli assi portanti dell'e-commerce, non vuol dire - sottolineano dall'Osservatorio - che dal mercato traggano vantaggi i servizi italiani. Che anzi giocano un ruolo minoritario. Se si escludono aziende come Italo, Alitalia e Trenitalia, molto attive sul fronte della vendita di biglietti via Internet, sul mercato web del turismo italiano sono i player stranieri ad essere più gettonati. Giganti come lo spagnolo eDreams, gli americani Expedia e Lastminute.com, che si sono imposti da anni come riferimento del mercati, rendono dura la vita ai brand italiani, che fino ad oggi non sono stati in grado di emergere e attirare investimenti. L'unica eccezione, Venere, è stata acquisita da Expedia. I giganti hanno peraltro un posizione di preminenza in tutto il mondo. Euromonitor ci dice che i servizi di viaggio online, nel corso dello scorso anno, hanno registrato prenotazioni per 278 miliardi di euro. A farla da padroni, come si diceva, i grandi player internazionali. In particolare Expedia - scrive l'Economist - è la maggiore agenzia di viaggio del mondo per quote di mercato. L'anno scorso, attraverso le piattaforme web come Trivago, Hotels.com e Hotwire ha registrato circa 39,4 miliardi di dollari di prenotazioni. E se CarlsonWagonlit - agenzia di viaggio più tradizionale, aperta all'online ma specializzata nel turismo business - è ancora al secondo posto, al terzo troviamo Priceline, proprietaria di Booking, con 39,2 miliardi di dollari di prenotazioni.
Un boom accompagnato dalla crescita delle app dedicate alle prenotazioni di viaggi, lanciate sul mercato soprattutto dai giganti del settore: Trivago, Agoda, Hotel.com, WeHostels per l'alloggio fino alle app per prenotare in un'unica soluzione volo e hotel, come Expedia, Kayak, Skyscanner.La crescita esponenziale di siti dedicati all'acquisto e alla prenotazione e dei cosiddetti "comparatori", come Expedia, Booking.com, Edreams e TripAdvisor ha reso possibile la gestione organizzativa di un viaggio ma è grazie all'uso di smartphone e tablet che si registra un vero salto di qualità in questo tipo di transazioni. Un giro d'affari che a livello globale, dati Oxford Economics sempre per Amadeus, conta su 2,2 miliardi di navigatori da mobile, con 1,2 miliardi di utenti che arrivano dai paesi in via di sviluppo (con una crescita annua del 371,9%) e un incremento generale del 45%. Un boom nel boom. - Fonte: La Repubblica - Affari & Finanza (di Valerio Maccari)