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LA STAMPA - La protesta del turismo organizzato: #cosinonriparto

LA STAMPA - La protesta del turismo organizzato: #cosinonriparto

Quasi tutti i settori economici sono stati colpiti dal coronavirus, ma nella maggior parte dei casi in maniera indiretta, o con possibilità di rimediare (per esempio: l’auto o il frigorifero che non sono stati comprati nei mesi del lockdown potranno essere comprati adesso). Invece ci sono comparti che sono stati colpiti in modo  diretto e non rimediabile, come ad esempio la ristorazione: chi non è andato fuori a cena per due mesi non è che adesso recuperi mangiando al ristorante dieci sere di fila. E peggio ancora, ci sono settori che rischiano di non riprendersi neanche ora che il lockdown sta finendo: per esempio il turismo e le compagnie aeree, perché milioni di persone sono spaventate e traumatizzate e ci vorrà parecchio tempo prima che si rimettano a viaggiare.

In questa situazione, il Decreto Rilancio ha previsto aiuti per molti comparti economici, ma a detta degli operatori «ha profondamente deluso le aspettative del turismo organizzato: non prevede nulla di significativo per il settore e distrugge le prospettive di ripresa del comparto, che conta 13.000 imprese tra agenzie di viaggi, tour operator e organizzatori di eventi, 80.000 addetti e un valore di 20 miliardi, a cui si aggiungono 650.000 posti di lavoro e 85 miliardi di volumi creati dall’indotto. Sono a rischio entro giugno oltre mezzo milione di occupati nella filiera».

A denunciarlo sono il Manifesto per il Turismo Italiano e le imprese del turismo organizzato, che continuano a battersi affinché il decreto venga modificato e integrato prima che diventi legge. Quattro i punti su cui si chiede di intervenire: aumento della capienza del fondo per il turismo organizzato e gli eventi, modifiche agli ammortizzatori sociali e al tax credit vacanze (Bonus Vacanze), credito di imposta per gli affitti senza limiti di fatturato ed esteso anche alle aziende del turismo.   

Come atto di protesta è stata lanciata la campagna social con il gruppo Facebook #cosinonriparto, che in un solo giorno ha raggiunto quasi 5.000 iscritti, per manifestare il dissenso del settore. Il gruppo invita tutta la filiera del turismo a postare immagini simboliche di imprenditori, lavoratori, agenti di viaggio che, metaforicamente, “fanno le valigie” dalla propria attività.

Fonte = LA STAMPA 19/05/20