La sfida è sul lungo raggio
10 Agosto 2014
La scelta di aumentare i voli a lungo raggio è corretta. Questo settore è stato trascurato dall'Alitalia-Cai. L'azienda guidata da Roberto Colaninno si è concentrata sui voli nazionali, perdendo la competizione con i treni veloci e nel medio-breve raggio non ha saputo fronteggiare i vettori low cost. Oltre alla perdita di quote di mercato per Alitalia in un settore in cui ci sono meno concorrenza e margini più elevati, l'aver trascurato il lungo raggio ha impoverito i collegamenti diretti tra l'Italia e destinazioni intercontinentali. Hogan ha annunciato «10 nuove rotte intercontinentali in un piano di 5 anni»: in media 2 rotte in più all'anno. È più dell'immobilismo della Cai, ma meno dello sviluppo dei grandi vettori come British Airways, Lufthansa, Air France-Klm. Il gruppo franco-olandese continua ad essere partner industriale di Alitalia (almeno fino al 2017), ma con l'arrivo degli arabi a Roma Air France-Klm potrebbe considerare Alitalia più come un concorrente che come un docile alleato da tenere al guinzaglio. Il punto non chiarito da Hogan (non l'unico) è con quali mezzi Alitalia svilupperà i voli a lungo raggio. Occorrono aerei costosi, un jet per il lungo raggio può costare dai 200 milioni di dollari in su. Se lo si prende in leasing si paga comunque una quota proporzionale al valore.
Hogan ha detto che la flotta a lungo raggio di Alitalia sarà incrementata del 32% (non ha detto in quanto tempo), sarebbero 7 aerei in più dei 22 attuali. Ma Hogan ha eluso la domanda se sarà Alitalia a comprare aerei o prenderli in leasing, o se sarà invece Etihad a fornirli dalla sua flotta più potente. Se così fosse, sarebbe soprattutto Etihad ad avvantaggiarsi dello sviluppo dall'Italia. Gli emiratini potrebbero anche schierare loro aerei ed equipaggi, in wet lease o in «code sharing», su rotte intercontinentali vendute come se fossero di Alitalia, perfino da Fiumicino o Malpensa verso gli Stati Uniti o il Sud America, destinazioni meno facilmente raggiungibili da Abu Dhabi.
L'altro obiettivo di Hogan è il miglioramento della rete dall'Italia verso Abu Dhabi. Etihad lo ha già fatto con Air Berlin, a vantaggio soprattutto di Etihad: il flusso dei passeggeri dalla Germania è stato "aspirato" negli Emirati, per imbarcarli sui voli a lungo raggio di Etihad. Questo potrebbe ripetersi con Alitalia. Parlando delle nove compagnie della «famiglia» Etihad, Hogan ha detto che è una «spina» che dall'Europa, attraverso il Medio Oriente, raggiunge India, Asia e Australia: tutte destinazioni servite via Abu Dhabi - di Gianni Dragoni - Fonte: IlSole24Ore