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La ripresa inizia a farsi sentire anche nel turismo

La ripresa inizia a farsi sentire anche nel turismo

10 Maggio 2014

Armando Peres dell'Ocse alla quattordicesima conferenza "l'Italia e il turismo internazionale, risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2013 dai dati Banca d'Italia" che si è tenuta all Auditorium Santa Margherita presso l'Università Ca' Foscari di Venezia: «L'Italia tiene nonostante una totale mancanza di organizzazione a livello generale. Ci aspettiamo che il turismo continui a crescere, negli ultimi 10 anni rispetto all'andamento globale abbiamo incrementato meno di quanto è il nostro potenziale. Una delle criticità dell'offerta turistica italiana è la mancanza di adeguamento alla nuova segmentazione del mercato. Siamo arretrati nella spesa e nell'incoming. L'85% dei turisti non vanno al di sotto di Napoli. I grandi risultati dipendono soprattutto dalla fortuna, avere i numeri è importante solo sapendoci guardare dentro».

Tendenze riassunte da Simonetta Zappa, del servizio rilevazione e statistiche della Banca d'Italia: «Gli andamenti dei cambi di valuta non incidono sui flussi turistici. In uscita, gli italiani confermano la stagionalità su luglio-agosto. Maggiori entrate valutarie in Lazio e Lombardia, crolla il Veneto. Permane un profondo squilibrio tra potenzialità e capitale entrante nel centro-sud, che ha un alto tasso di pernottamenti. Per l'outgoing va per la maggiore la Cina, soprattutto per motivi di lavoro». Il Centro e il Nord-Ovest hanno registrato incrementi di oltre il 5%, quasi al 2% Sud e Isole, il Nord-Est scende del 2,4%, incide molto la flessione di Venezia che dopo l'aumento del 2012 registra un pesante -3,7%. Tra le grandi città Firenze ha il miglior dato positivo (+8,9%)" seguita da Roma (entrate per 5.574 min, +7,9%), ragguardevoli risultati per Milano (3.108 min, +6,4%), e Torino (727 min, +5,3%). Tra i Paesi di origine 6,5 punti percentuali in meno dalla Germania, che resta comunque la più retributiva con il 15% del totale, aumentano Francia (+4,5%), Austria (+8,0%) e Svizzera (+5,7%); crolla la Spagna (-10,2%), frenano Regno Unito (-4,7%) e Olanda (-2,9%); ottimi segnali da Stati Uniti e Russia, oltre l'll%. Gli italiani nel 2013 hanno preferito Russia (+10,3%), Cina (+6,2%), Olanda (+3,9%) e Austria (+3,1%), a scapito di Spagna (-10,8%), Germania (-8,3%), Francia (-6,0%) e Stati Uniti (-4,8%).

Un settore del turismo molto importante su cui puntare per Mara Manente del Ciset - Ca' Foscari è quello ambientale, con picchi di tasso anche del 20% in alcune parti di Veneto e Italia: «La dinamica economica è stata positiva, ci sono segnali di recupero evidenti comunque ridimensionati fortemente nel confronto col periodo precedente alla crisi. La dinamica turistica si appaia agli altri settori, aumenta la dicotomia tra turismo medio/alto e soluzioni a buon mercato. La centralità dello sviluppo sta nell'evoluzione della parte green, ambientale e paesaggistico, che si abbina perfettamente al turismo culturale, il nostro punto di forza con il 58% delle scelte. Occorre tenere molto in considerazione i nuovi mercati, il loro incremento sta mutando sensibilmente il portfolio clienti».

Dalle analisi sull'economia turistica, che ha prodotto 35 miliardi di euro indotto compreso, la maggior parte dei ricavi deriva da Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, concentrando il 68% della spesa dei: turisti internazionali ed il 63,5% del valore aggiunto turistico. Stabile, intorno al 13%, la quota di spesa registrata nel Mezzogiorno, mentre scende sotto il 17% la ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del Sud. Il 2013 è stato per il mercato tedesco l'anno della "vacanza green" connessa all'enogastronomia e allo sport, con ben 216 milioni di euro spesi (quasi il 6% di tutta la spesa per vacanza dei turisti tedeschi). Minore l'appeal delle destinazioni montane e lacuali, a fronte di una buona tenuta del balneare. Per quanto riguarda i mercati con il profilo di spesa tradizionalmente più elevato (Usa e Giappone in primis), questi evidenziano un significativo incremento della spesa media però capite dai 157 ai 236 euro.

Ha invece illustrato l'andamento e l'evoluzione dell'incoming e dell'outgoing italiano dal 1997 al 2012 Emanuele Breda della Banca d'Italia: «II saldo è da sempre in surplus solo grazie alla ricchezza di attrattive, però non sappiamo rinnovarci. Stanno calando i contributi dai Paesi ad alto reddito, compensato nei flussi dagli arrivi ma non negli introiti dei nuovi mercati. Il contributo dei Paesi Bric si conferma molto modesto, Russia a parte». L'attivo della bilancia dei pagamenti turistica è sceso dall'1,1% allo 0,6% del Pii, soprattutto a causa della caduta in termini reali delle spese degli stranieri in Italia, la quota di mercato italiana delle entrate da turismo è diminuita dal 6,8% nel 1997 al 3,7% nel 2012. Durante i primi anni della recente crisi, l'analisi condotta ha evidenziato come le entrate da turismo internazionale siano scese ad un ritmo più lento rispetto a quelle dei due principali concorrenti, Francia e Spagna, mentre nel 2011-12 il recupero delle entrate in questi due paesi sia stato più veloce di quanto è accaduto in Italia. Uno dei sistemi per migliorare lo sviluppo del comparto secondo Sandra Maresca dell'Istat è il Conto Satellite del turismo dell'Italia, strumento su cui si è dovuto colmare il divario con il resto d'Europa: «Ha colmato un gap informativo ed ha riallineato il nostro Paese con quelli statisticamente più avanzati. Nel 2010 - spiega Sandra Maresca -. La ricchezza prodotta in Italia dalle industrie turistiche è stata di 79.951 milioni di euro, equivalente al 6,0% del totale valore aggiunto dell'economia italiana. Il consumo turistico interno è ammontato a 112.580 milioni di euro, il 74% derivato da turisti italiani». - Fonte: Travel Quotidiano (di Luigi Franzoso)