La neve divide l'Europa
27 Novembre 2020
Angela Merkel porta avanti la bandiera dei Paesi che vogliono chiudere le stazioni sciistiche per Natale e Capodanno, in linea Conte. In Francia piste chiuse, l'Austria è contraria, così come la Svizzera. Anche la Spagna non vuole rinunciare alla stagioneNon c'è nulla da fare il tema neve quest'anno non mette d'accordo l'Europa. Se si guarda alla Germania, la cancelliera Angela Merkel porta avanti la bandiera dei Paesi che vogliono chiudere le stazioni sciistiche europee per Natale e Capodanno, con l'intento di impedire un’ulteriore diffusione della pandemia, scrive il Corriere della Sera.
Dal canto suo Merkel ha affermato: "Noi faremo pressione perché l’Ue decida con un voto la chiusura di tutte le località dello sci". La cancelleria, sa anche, che non sarà facile convincere l'Austria, dove l’industria del turismo invernale ha un peso importante sull’economia, ma questo non la porterà a desistere.
In Italia
La proposta sostenuta dalla Merkel è in linea con la posizione del premier Giuseppe Conte che ha, infatti, comunicato ai presidenti delle Regioni la chiusura degli impianti da sci fino al 10 gennaio. Tra le misure è stato deciso che sarà possibile soggiornare nelle località montane. La decisione non ha incontrato il favore dei governatori. La loro richiesta è di chiudere i confini nazionali, una mossa per non favorire la concorrenza dei Paesi che opteranno per gli impianti aperti.
L'assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, Roberto Failoni, dice la sua dalle pagine del Corriere. "Le piste da sci e la montagna non sono le discoteche", asserisce e intanto afferma che in Trentino si sta "pensando a un piano alternativo, anche se la speranza di aprire non l’ho ancora persa del tutto". Un piano che punterebbe sulla "valorizzazione del turismo all’aria aperta, del wellness, della natura. Chiaro però che dobbiamo capire se saranno consentiti almeno gli spostamenti tra regioni". Queste ultime intanto chiedono al governo "di avere risposte certe e in tempi brevi. Noi partiremo comunque con la promozione fra il 5 e 6 dicembre". Per la regione il comparto "vale due miliardi. Bisogna capire che non ci sono solo gli impianti o gli alberghi, ci sono ristoranti, scuole di sci, rifugi, bar, una costellazione di realtà piccole e grandi che gravita attorno al pianeta sci".
La decisione della Francia
La Francia ha deciso che per Natale le piste rimarranno chiuse, però bar ristoranti e negozi saranno aperti. In pratica è un no allo sci e un sì a passeggiate e shopping nel tentativo di salvare un settore con un indotto di 10 miliardi di euro e 120mila posti di lavoro stagionali.
La posizione dell'Austria
L'Austria non ci sta alla chiusura delle piste. Come riporta il quotidiano, il cancelliere Sebastian Kurz ha detto no a ogni ipotesi di chiusura, aggiungendo anche che l'argomento "non è uno di quelli sui quali l’Ue dovrebbe interferire". Parere che ha trovato concorde anche la Commissione europea, infatti, come già comunicato da questa agenzia di stampa, il rappresentante a Vienna, Martin Selmayr, ha fatto presente che il tema "non rientra fra le competenze di Bruxelles". Un portavoce della Commissione europea, ha ribadito che "la decisione sull'attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Occorre prudenza nel revocare le misure anti-Covid perché questo può provocare la recrudescenza del virus". Si sta lavorando "per rafforzare il coordinamento tra gli Stati e vedere se possiamo sviluppare presto un approccio di raccomandazioni".
Intanto, il ministro delle Finanze austriaco, ha fatto sapere che Vienna potrebbe essere favorevole a un patto europeo sullo sci in cambio di un rimborso. "Se l’Ue vuole gli impianti chiusi, deve pagare per questo", ha affermato Gernot Blümel. A suo dire l'ammanco potrebbe essere pari a 2,4 miliardi di euro per le tre settimane di vacanze di fine anno.
In Spagna
La Spagna la pensa un po' come l'Austria, nel senso che non c'è l'intenzione di rinunciare alla stagione invernale. Quanto agli impianti dei Pirenei, questi dovrebbero aprire il 21 dicembre, data in cui dovrebbe cessare il divieto di spostamento tra le regioni.
In Bulgaria e Slovenia
A quanto si legge sembra che anche in Bulgaria siano possibili le vacanze sulla neve. Qui gli impianti apriranno a dicembre. In Slovenia vige uno stato di attesa in merito a quella che sarà la decisione del governo, intanto viene sparata la neve artificiale.
In Svizzera
Ad andare contro corrente in merito ad un possibile accordo Ue è la Svizzera. Qui ski-lift e seggiovie sono in funzione, ma rispettando regole rigide contro gli assembramenti.
Fonte = GUIDA VIAGGI 27/11/20
Dal canto suo Merkel ha affermato: "Noi faremo pressione perché l’Ue decida con un voto la chiusura di tutte le località dello sci". La cancelleria, sa anche, che non sarà facile convincere l'Austria, dove l’industria del turismo invernale ha un peso importante sull’economia, ma questo non la porterà a desistere.
In Italia
La proposta sostenuta dalla Merkel è in linea con la posizione del premier Giuseppe Conte che ha, infatti, comunicato ai presidenti delle Regioni la chiusura degli impianti da sci fino al 10 gennaio. Tra le misure è stato deciso che sarà possibile soggiornare nelle località montane. La decisione non ha incontrato il favore dei governatori. La loro richiesta è di chiudere i confini nazionali, una mossa per non favorire la concorrenza dei Paesi che opteranno per gli impianti aperti.
L'assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento, Roberto Failoni, dice la sua dalle pagine del Corriere. "Le piste da sci e la montagna non sono le discoteche", asserisce e intanto afferma che in Trentino si sta "pensando a un piano alternativo, anche se la speranza di aprire non l’ho ancora persa del tutto". Un piano che punterebbe sulla "valorizzazione del turismo all’aria aperta, del wellness, della natura. Chiaro però che dobbiamo capire se saranno consentiti almeno gli spostamenti tra regioni". Queste ultime intanto chiedono al governo "di avere risposte certe e in tempi brevi. Noi partiremo comunque con la promozione fra il 5 e 6 dicembre". Per la regione il comparto "vale due miliardi. Bisogna capire che non ci sono solo gli impianti o gli alberghi, ci sono ristoranti, scuole di sci, rifugi, bar, una costellazione di realtà piccole e grandi che gravita attorno al pianeta sci".
La decisione della Francia
La Francia ha deciso che per Natale le piste rimarranno chiuse, però bar ristoranti e negozi saranno aperti. In pratica è un no allo sci e un sì a passeggiate e shopping nel tentativo di salvare un settore con un indotto di 10 miliardi di euro e 120mila posti di lavoro stagionali.
La posizione dell'Austria
L'Austria non ci sta alla chiusura delle piste. Come riporta il quotidiano, il cancelliere Sebastian Kurz ha detto no a ogni ipotesi di chiusura, aggiungendo anche che l'argomento "non è uno di quelli sui quali l’Ue dovrebbe interferire". Parere che ha trovato concorde anche la Commissione europea, infatti, come già comunicato da questa agenzia di stampa, il rappresentante a Vienna, Martin Selmayr, ha fatto presente che il tema "non rientra fra le competenze di Bruxelles". Un portavoce della Commissione europea, ha ribadito che "la decisione sull'attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Occorre prudenza nel revocare le misure anti-Covid perché questo può provocare la recrudescenza del virus". Si sta lavorando "per rafforzare il coordinamento tra gli Stati e vedere se possiamo sviluppare presto un approccio di raccomandazioni".
Intanto, il ministro delle Finanze austriaco, ha fatto sapere che Vienna potrebbe essere favorevole a un patto europeo sullo sci in cambio di un rimborso. "Se l’Ue vuole gli impianti chiusi, deve pagare per questo", ha affermato Gernot Blümel. A suo dire l'ammanco potrebbe essere pari a 2,4 miliardi di euro per le tre settimane di vacanze di fine anno.
In Spagna
La Spagna la pensa un po' come l'Austria, nel senso che non c'è l'intenzione di rinunciare alla stagione invernale. Quanto agli impianti dei Pirenei, questi dovrebbero aprire il 21 dicembre, data in cui dovrebbe cessare il divieto di spostamento tra le regioni.
In Bulgaria e Slovenia
A quanto si legge sembra che anche in Bulgaria siano possibili le vacanze sulla neve. Qui gli impianti apriranno a dicembre. In Slovenia vige uno stato di attesa in merito a quella che sarà la decisione del governo, intanto viene sparata la neve artificiale.
In Svizzera
Ad andare contro corrente in merito ad un possibile accordo Ue è la Svizzera. Qui ski-lift e seggiovie sono in funzione, ma rispettando regole rigide contro gli assembramenti.
Fonte = GUIDA VIAGGI 27/11/20