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La crisi non frena i viaggi

La crisi non frena i viaggi

Sul fronte internazionale le aspettative restano particolarmente favorevoli. L'ultimo Barometro dell'Unwto (l'Organizzazione per il turismo delle Nazioni Unite) osserva che la crisi economica non ha frenato il turismo mondiale: nel 2013 si è superata, in anticipo sulle previsioni, la soglia psicologica del miliardo di arrivi internazionali (un miliardo e 87 milioni) con un incremento del 5% pari a 52 milioni di arrivi. Per l'anno appena iniziato l'Unwto prevede un ulteriore aumento del 4-5%.

Sempre secondo i dati Unwto, alla testa della crescita tra i dieci maggiori mercati di origine c'è la Russia, che ha visto aumentare del 29% la spesa dei suoi turisti all'estero: con oltre 43 miliardi di dollari, nel 2012 si è posizionata al quinto posto per fatturato tra i mercati outgoing, mentre ancora nel 2000 era solo dodicesima. Dallo scorso anno, però, numero uno assoluto è la Cina con 102 miliardi di dollari, e ancora in robusta crescita (+22%). Tra i Brics, il Brasile ha registrato un incremento consistente (+15%), mentre nelle economie mature la crescita è fra il 2 e il 3%. Fa eccezione l'Italia che, risentendo degli strascichi della recessione, ha visto una riduzione nella spesa dei propri turisti internazionali.

Per quanto motivo occorre un riassetto della governance. «Il turismo e l'esperienza dei territori sono uno degli assi fondamentali su cui costruire un serio progetto di crescita sostenibile nel lungo termine per l'Italia - dice Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria -. Non è pensabile che questo possa avvenire senza che la governance del settore torni in via esclusiva allo Stato centrale, come non è pensabile continuare a far sostenere al carico fiscale su cittadini e imprese l'attuale uso arcaico, inefficiente, non coordinato e sovente quanto meno discutibile di ingentissime risorse pubbliche. È fondamentale e incoraggiante che si stia finalmente affrontando in modo concreto il tema della riforma del Titolo V della Costituzione, cruciale per il turismo italiano e la competitività del Paese». Decisivo anche il ruolo della Ue. «In un periodo in cui in Europa circa sei milioni di giovani di età inferiore ai 25 anni sono disoccupati, abbiamo ritenuto importante contribuire - attraverso due progetti "Eures" e "Tour Europe2", finanziati dall'Unione europea e di cui siamo partner - alla promozione dell'imprenditorialità giovanile nel turismo» aggiunge Iorio.

Per gli imprenditori in Italia ora tocca all'Esecutivo. «Il comparto turistico attende con ansia l'uscita del decreto valore turismo, annunciato da tempo sia dal presidente del Consiglio, Enrico Letta sia dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Massimo Bray, per il quale non si può più aspettare - rileva il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca -. La partita di questo comparto così strategico per la nostra economia va giocata ora, mettendo in campo tutte le risorse possibili per non perdere il treno della ripresa» ha aggiunto il presidente Federalberghi. Pronta la replica del sottosegretario Simonetta Giordani. «Siamo pronti a varare un pacchetto di misure come punto di partenza di un piano strategico per il rilancio del turismo; stiamo aspettando il via libera rispetto all'ingolfamento attuale delle Camere, non appena la situazione lo permetterà, porteremo il piano al Consiglio dei ministri». Il piano prevede il rafforzamento dell'Enit per la promozione all'estero - ma «occorre promuovere anche le vacanze degli italiani in Italia» ha rilanciato Bocca - e l'affidamento della gestione del portale del turismo all'agenzia per favorire la promozione digitale della destinazione Italia, sgravi fiscali e un sistema di «burocrazia zero» per rilanciare le imprese ricettive, il buono vacanza «come prima misura di sostegno», l'investimento sulla formazione attraverso tirocini formativi. Infine, occorre guardare con attenzione a quanto si muove in Europa, un elemento chiave anche in vista dell'Expo; la Ue ha infatti segnato una svolta importante riconoscendo il ruolo chiave del turismo.

«L'inserimento del turismo tra i settori "pilastro" dell'industrial compact - ha detto Iorio - è il riconoscimento da parte dell'Europa del ruolo chiave che il comparto riveste nel processo di reindustrializzazione. Consapevoli che fino al 2020 il 75% della crescita sarà da attribuire alle economie emergenti e che dall'industria dipende l'80% dell'export e l'80% dell'innovazione è giunto il momento di intervenire affinché l'Europa diventi il luogo dove convenga investire. Nonostante nel 2013 siano stati 563 milioni gli arrivi in Europa, per attrarre più turisti in particolare dai Paesi emergenti, occorre puntare su una maggiore innovazione tecnologica e su un marchio europeo di qualità unico che renda riconoscibili i servizi turistici d'eccellenza». - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Vincenzo Chierchia)