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L'ex Muro fa bene al turismo

L'ex Muro fa bene al turismo

La capitale tedesca ha attirato complessivamente 13,5 milioni di visitatori nel 2018

Nel bus con la realtà virtuale si vede la città divisa dell'80

ABerlino, il «Muro della vergogna», o meglio quel che ne resta oggi, a distanza di 30 anni dalla sua caduta, il 9 novembre 1989, si è trasformato in una calamita per i turisti. La capitale tedesca ha attirato 13,5 milioni di visitatori nel 2018, il 46% dei quali provenienti dall'estero. Da gennaio ad agosto sono aumentati del 4% rispetto al 2018, ha detto a Le Monde, Burkhard Kieker, direttore di VisitBerlin, organismo, pubblico al 50%, di promozione del turismo nella capitale della Germania, un settore in piena ascesa. I numerosi vacanzieri che sono interessati al Muro hanno l'imbarazzo della scelta. Almeno una ventina di musei e di imprese hanno un'offerta di qualità, secondo Kieker, ma per chi non bada troppo alla serietà può contare su un'offerta ancora più ampia. «A Berlino, il Muro e la storia della divisione della Germania sono un'attrazione turistica importante», ha detto Kieker a Le Monde. Nel centro della capitale, sulla Bernauer Strasse, il Memorial del Muro di Berlino attira un milione di visitatori l'anno. Questo museo gratuito a cielo aperto, vasto e austero, è uno degli ultimi luoghi dove è possibile visitare una parte del Muro e della «terra di nessuno». Una rarità, dal momento che è scomparsa quasi la totalità della recinzione di cemento costruito intorno a Berlino Ovest dal regime dell'ex Repubblica democratica tedesca (Ddr). Chi ci tiene a vedere il Muro nonostante tutto ha varie soluzioni. TimeRide, start-up di Colonia, propone una simulazione di viaggio nella Berlino divisa degli anni Ottanta. È una nuova attrazione. Un bus attrezzato con i visori per la realtà virtuale accoglie i turisti per una vista di 45 minuti a Berlino Est. Il viaggio virtuale comincia con il controllo dei documenti a Checkpoint Charlie, l'ex posto di blocco alla frontiera tra Berlino Est e Ovest, oggi punto di passaggio obbligato per i turisti (i negozi vendono frammenti colorati del muro) e termina davanti all'imponente palazzo della ex Ddr demolito nel 2006, non senza polemiche. Chi vuole portarsi via un pezzo di muro come souvenir deve stare attento e saper riconoscere i falsi. In genere, i pezzi racchiusi in un supporto di plexiglas, più cari di quelli venduti nelle bustine di plastica con le cartoline postali, sono generalmente autentici, secondo quanto ha riportato Le Monde. A vendere pezzi di Muro ci hanno pensato anche Wieland Giebel, proprietario di Berlin Story Verlag, casa editrice specializzata nella storia della capitale tedesca. Ha ancora una decina di pezzi del Muro, alti tre metri, che vende a 11.900 euro ciascuno. Inoltre, nella periferia, Elmar Prost ha una cinquantina di pezzi del Muro da cedere. Ma l'imprenditore non vende questi pannelli di cemento che ha acquisito nel 1990, ma preferisce offrirli, in modo simbolico, nel mondo intero. Un blocco lo ha inviato a Seul, in Corea del Sud, capitale di un paese diviso, e sta pensando di regalarne un altro al Messico dove è in costruzione un muro alla frontiera con gli Stati Uniti. «Il Muro di Berlino è il simbolo della sete di libertà e non ha prezzo», ha detto Post a Le Monde.

Fonte = ITALIA OGGI 13/11/19