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Jannotti Pecci: «Urge il rilancio del sistema-terme in Italia»

Jannotti Pecci: «Urge il rilancio del sistema-terme in Italia»

Il rilancio delle terme italiane passa attraverso una doppia declinazione: benessere e business, ovvero la capacità di confezionare offerte di soggiorno in linea con le tendenze del mercato e trasformarle in indotto per il territorio. Ne abbiamo parlato con Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme.

Qual è lo stato di salute del termalismo italiano? «Discreto, direi. Ma ci sono molte aziende che ancora faticano a riprendersi. Nelle imprese in “convalescenza” c’è una forte volontà di consolidare i timidi segnali d’inversione della tendenza negativa che ha caratterizzato gli anni dal 2008 al 2015. Contiamo tutti sulla primavera per una stagione che sembra essere cominciata bene. Il comparto ha tutti i numeri che occorrono: un fatturato annuo diretto per le sole prestazioni termali che si aggira intorno agli 800 milioni di euro e che arriva a più di 1,5 miliardi, considerando i servizi correlati. Se poi ci riferiamo all’indotto arriviamo a oltre 10 miliardi. Certo che la situazione in Italia è a macchia di leopardo. In totale le imprese termali sono circa 400, in 20 regioni e 170 comuni. L’occupazione interessa oltre 60mila addetti, tra quelli diretti e quanti lavorano nell’indotto».

Quali sono i punti di forza  e di debolezza del sistema termale? «Abbiamo un ricco patrimonio di acque minerali e termali, con caratteristiche chimico-fisiche e terapeutiche diverse. L’Italia dispone di un’articolata rete di imprese, che offrono prestazioni all’avanguardia, all’altezza di quelle presenti nel resto del mondo. Tale risultato è una diretta conseguenza anche degli investimenti in ricerca attivati grazie all’istituzione della Fondazione per la ricerca scientifica in materia termale,  alimentata con il contributo delle imprese stesse (Fondazioneforst.it, ndr). Altro punto di forza è la tutela della qualità termale.

Quanto incidono le terme nel business turistico? «Le località termali sono un asset rilevante, pari a circa il 5% del turismo italiano. Sono in grado di favorire processi di destagionalizzazione attraverso la combinazione di fattori come cura e benessere, oltre ai vari attrattori di cui i territori termali sono normalmente dotati. In questo quadro, il termalismo rappresenta una risorsa determinante per vaste aree del paese, dove talvolta è l’unica risorsa economica ed occupazionale. Urge, dunque, un progetto di rilancio del settore nel nostro paese».

Pro e contro del sistema-terme. «Un dato positivo è il crescente apprezzamento da parte di chi scopre concreti benefici terapeutici, come le mamme con le inalazioni per i loro bambini. Feedback positivo anche per l’alta qualità e professionalità. Tra i “contro” c’è l’inerzia degli enti proprietari, che è la prima causa del depauperamento di questo patrimonio».

Il termalismo italiano come può intercettare le opportunità commerciali del mercato turistico? «Occorre fare rete; fare incontrare domanda e offerta di servizi e prodotti termali; progettare iniziative di promozione integrata con un mix di benessere, eventi e divertimento. E ancora: migliorare la capacità di ascolto dei segnali – anche i più tenui – che vengono da clienti, mercato, media. Servono iniziative concrete di promozione integrata, coordinando gli interventi di Enit e Regioni, per fare massa critica. Le terme ben si prestano a forme di turismo slow e sostenibile». - Di Andrea Lovelock - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it