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Italia.it di nuovo in panne

Italia.it di nuovo in panne

Non paga più Promuovi Italia Spa  per l appunto in liquidazione  controllata di Enit, che versa gli stipendi a Unicity, vincitrice dell appalto bandito del 2012, dopo molte polemiche e anche un ricorso al Tar. Insomma è una nuova panne del fatidico e costoso portale, del quale fin qui la politica non ha mai inteso il valore strategico sul grande mercato.

Il debutto con il logo sparito

Quella di Italia.it è una storia davvero infelice, e purtroppo tipicamente italiana. Gli addetti ai lavori ammutolirono di fronte al gelido logo minimalista presentato alla Bit del 2007 da Francesco Rutelli, vicepremier di Romano Prodi e ministro del turismo. Subito tutti lo confrontammo con lo splendido sole di Mirò, della Spagna, anche perché il payoff era quasi identico ( L Italia lascia il segno , contro  La Spagna ti segna ).

Il tristissimo logo disegnato dagli specialisti di Landor, poi prontamente sparito, debuttò in Bit insieme al progetto del portalone immaginato per la verità dal precedente governo Berlusconi, per il quale furono annunciati costi nell ordine dei milioni di euro (45 per la precisione, dei quali sette per la prima impostazione).

Perché, promise allora Rutelli insieme al ministro dell innovazione Luigi Nicolais, sarebbe stato uno strumento multilingue (anche in cinese), multimediale  con webcam, filmati e altre presentazioni  , interattivo, con motore interno per la ricerca di mete e servizi e una funzione che produce itinerari personalizzati, anche tematici. Il tutto in cantiere, affidato alla gestione e manutenzione della nuova Enit-Agenzia.

Da Rutelli a Brambilla

La chiusura arrivò già a gennaio del 2008, esaurito il primo contratto con una controllata di IBM, dopo che lo stesso ministro Rutelli aveva definito il portale «non più funzionale». E anche perché subito era stato criticatissimo dalle Regioni: lento, farraginoso, con contenuti addirittura sbagliati, oltre che costoso.

Lo stesso Francesco Rutelli poi disse alle Iene di aver tentato l impossibile per farlo partire, e infine di aver trasmesso tutto il dossier alla Corte dei Conti. Alla quale si rivolse allora anche il Codacons. «L Italia non può permettersi il lusso di non avere un portale turistico di efficacia mondiale», protestò allora in una nota il presidente di Federalerghi, Bernabò Bocca.

Il successivo governo Berlusconi ne annuncia il rilancio, con la celebre trovata del nuovo logo, che il premier disse di aver studiato lui stesso con il Michela Brambilla, neo ministro del turismo, e con i filmati tematici: ricordiamo tutti le spettinate greggi abruzzesi con colonna sonora austriaca (forse era Mozart). La promessa stavolta includeva tour virtuali di 100 mete italiane, e quasi altri 9 milioni di investimento: ancora polemiche, poi di nuovo silenzio.

La luce in fondo al tunnel e il fuoco amico

In questi giorni il punto lo hanno fatto i media: Wired rileva che comunque il portale, appunto in corso di riedizione con Unicity, richiama molto traffico sui social, con 212mila like su Facebook, un canale YouTube, e anche una pagina Twitter.

Insomma si vede un po di luce in fondo al tunnel, con un Talking about this (l indice TAT) del 40% migliore confrontato con altri portali europei. Italia.it offre anche app scaricabili, e ha una nuova sezione con consigli di viaggio, ricette e molti altri contenuti interessanti.

Wired scopre che finora Italia.it è costato 22 milioni, che sono andati in parte ad ACI Informatica (società dell ACI, con il controllo del ministero dei Beni culturali e Turismo) e in parte a Promuovitalia. Ma tra i competitor  amici di Italia.it ci sarebbe il portale dell ex ministero dei soli beni culturali, a quanto sembra molto più evoluto, e davvero multilingue. E intanto tutti si chiedono come sia possibile andare avanti senza un portale  in Europa tutti i Paesi ne hanno uno, c è perfino il gioiellino della piccola Islanda, e quello della Groenlandia  a pochi mesi da Expo 2015.

L Espresso online ieri annunciava le dimissioni imminenti di Arturo Di Corinto, attuale direttore editoriale di Italia.it con redazione ridotta dai mancati stipendi, stanco di battersi sul velocissimo fronte del web contro un contesto burocratico e politico preistorico.

Il ministro Franceschini si è detto a più riprese preoccupato anche per le sorti del portale, il suo Decreto Turismo parla di potenziamento di Italia.it, a noi ha promesso che ripartirà con la nuova Enit. Speriamo. - Fonte: L'Agenzia di Viaggi sito web (di Marina Firrao)