Italia: poco brand e molta passione
Come noto, Fb studia i Paesi come fossero marchi e stila una lista di coloro che hanno ottenuto i maggiori punteggi su qualità della vita, potenziale di business, tradizione e cultura, turismo e Made In. Una perplessità che ci coglie è sulla metodologia: i dati raccolti provengono da 2.530 viaggiatori frequenti internazionali e opinion maker che hanno viaggiato in 17 Paesi, tra i quali non c è l Italia, leggiamo su Futurebrand.com.
Ciò premesso, la ricerca del 2014 assegna al Giappone il vertice, seguono Svizzera, Germania, Svezia e Canada. E la prima volta che il Paese nipponico guadagna la vetta, così come è la prima volta che si è rivelato come non tutti e 75 i Paesi studiati si possano considerare dei brand spiegano dalla società -. Anzi, quest anno solamente 22 di essi hanno dimostrato di incontrare i criteri di country brand e quindi di avere dei vantaggi competitivi misurabili tra i suoi pari", in grado di distinguerli fermamente e farli emergere in termini di destinazioni di viaggio.
Questo perché le persone sono più inclini a visitare, raccomandare e fare business con questi Paesi, così come "secondariamente asseriscono che comprerebbero prodotti più volentieri da un Paese-brand che da un Paese semplicemente , spiega Fb. Ciò detto, tra i grandi nei dell Italia ci sono le infrastrutture, motivo per cui la Germania è al terzo posto, premiata anche come luogo di origine di prodotti efficienti e doc , l architettura, le università. Il 70% dei rispondenti asserisce che in Germania c è un alta qualità dei prodotti, quota elevata in confronto al 14% della media degli altri Paesi .
Attenzione scarsa all ambiente, poca sicurezza, standard di vita non distribuiti omogeneamente sono i fattori che fanno perdere punti al Belpaese nel ranking. L anno scorso la head of strategy di FutureBrandItalia, Silvia Barbieri, aveva spiegato a Bto che l Italia perdeva di autenticità e continuava per questa e altre ragioni a scendere di posizioni, dal 2011 quando era riuscita a rientrare nella Top Ten. Quest anno la manager ha posto l attenzione sul fatto che cultura, cibo, bellezza non bastano più a reggere il brand Italia; oggi si devono creare reti di eccellenze nel rispetto delle diversità culturali. Tutto il mondo cerca la nostra unicità, dobbiamo porgerla con forza, rivalorizzarla, rilanciare il core per proteggere la competitività .
Come recuperare?
Altri elementi chiave del report dicono che non è la consapevolezza (awareness) del brand a fare un country brand. Ad esempio l Italia gode di più alti livelli di consapevolezza del Giappone, eppure è diciassette gradini sotto , si legge nella ricerca completa, che si può scaricare all indirizzo Futurebrand.com/cbi/2014. Ogni Paese è associato a un elemento e la Francia ci batte sul fashion con il 65 di quote, la Germania è vista come il regno dell automotive e il Giappone della tecnologia in associazione a marchi come Toyota, Nintendo, Sony e via dicendo. Tra le città New York, Londra e Pechino sono le principali influencer globali. Cosa dovrebbe fare l Italia per recuperare sotto questo aspetto del marchio? Non deve "fare" la Svizzera ma puntare su accoglienza e calore , ha detto Silvia Barbieri.
Siamo deboli in qualità della vita, ma fortissimi in stili di vita ha twittato Monica Fabris, sociologa di Episteme -. Siamo come un'amante, che forse un po' spaventa, ma in fondo siamo il paese dell'amore . Nelle parole di Cristopher Nurko, global chairman di FutureBrand un altro difetto che l Italia dovrà recuperare, è quello dell innovazione. Il report dimostra inoltre che la percezione della forza di un brand-Paese è strettamente correlata anche alla sua capacità di innovare, promuovere la tecnologia e tutelare l'ambiente e non solo alla sua rilevanza politica ed economica. Una realtà che configura un cambiamento nel modo in cui i Paesi daranno forma alla propria reputazione nel futuro a breve". - Fonte: Guida Viaggi sito web (di Paola Baldacci)