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Italia: meno tour operator, più volumi

Italia: meno tour operator, più volumi

04 Febbraio 2019

L'analisi dettagliata dei bilanci 2017 degli operatori nostrani. Focus sulla strategia della integrazione orizzontale, che sta facendo bene al mercato: ecco perché

Il mercato italiano dell’organizzazione e della distribuzione turistica ha raggiunto il valore di circa 15 miliardi di euro nel 2017. Il valore di 4,8 miliardi della produzione dei tour operator italiani è al netto dell’apporto di Costa Crociere (circa 3,7 miliardi di euro).

Si deve inoltre rilevare – dalle statistiche pubblicate dall’Agenzia delle Entrate / So.Se. - che nel dato dei 4,6 miliardi di ricavi prodotti dalle 8.642 agenzie di viaggi che hanno applicato lo studio di settore WG78U nel 2017, cioè hanno un valore della produzione che non supera euro 5.164.569, una parte significativa deriva dall’attività di organizzazione di viaggi e di vendite di servizi turistici singoli, il cui ammontare è all’incirca di 3,4 miliardi di euro. Si noti però che circa il 30% della produzione deriva dalla rivendita di viaggi acquistati a quotazioni cosiddette “nette” dai tour operator. Pertanto, circa 1,02 miliardi è già compreso nei 4,8 miliardi di euro della voce tour operator.

Il valore della produzione

Il valore della produzione nazionale di viaggi prodotti sia dai tour operator sia dalle agenzie di viaggi organizzatrici si aggira quindi sui 5,9 miliardi di euro (3,5 miliardi di euro prodotti dai tour operator, oggetto della presente ricerca a cui aggiungiamo circa 2,38 miliardi di euro dalla produzione propria dei viaggi delle agenzie che hanno applicato lo studio di settore nel 2017).

Come oramai è divenuta consuetudine da qualche anno, abbiamo esaminato i bilanci di 57 (erano 60 nel 2016) tra i principali tour operator italiani e Costa Crociere, che hanno prodotto nel 2017 ricavi complessivi, derivanti dall’attività di organizzazione di viaggi, per circa 7,2 miliardi di euro (6,9 miliardi di euro a valori riclassificati per il 2016). L’anno precedente ne erano stati esaminati 60 che avevano registrato ricavi per un ammontare totale inferiore di circa mezzo miliardo di euro. Se si considera che il valore complessivo prodotto dai tour operator della ricerca, senza Costa Crociere, ammonta a circa 3,5 miliardi di euro, vuol dire che il campione esaminato di 56 tour operator rappresenta circa il 60% del mercato totale italiano (5,9 miliardi di euro prodotti dai tour operator della ricerca e dalle agenzie di viaggi organizzatrici che hanno applicato lo studio di settore nel 2017).

Meno t.o. ma cresce il volume d’affari

In buona sostanza un numero inferiore di tour operator ha prodotto un maggior volume d’affari, grazie probabilmente alle politiche di acquisizione che già nel 2017, poi perfezionatesi nel corso del 2018, andavano realizzandosi. Segno, quindi, che la strategia della integrazione orizzontale sta facendo bene al mercato dell’organizzazione turistica. Come in passato abbiamo condotto la ricerca estraendo gli ultimi bilanci depositati dai tour operator nel Registro delle Imprese tenuto presso le Camere di Commercio italiane e quindi restano esclusi dalla nostra indagine i tour operator con sede all’estero, senza stabile organizzazione in Italia. Come gli anni scorsi, infatti, mancano i bilanci di alcune società importanti che non hanno la sede legale ed amministrativa in Italia e che, quindi, non sono depositati nel Registro delle Imprese.

 

Quest’anno non sono stati inclusi i bilanci di alcuni operatori presenti nella passata edizione: Best Tours, In Viaggi e Valtur; mentre per altri non è stato purtroppo possibile acquisirli entro i tempi di realizzazione della presente ricerca per consentire la sua pubblicazione nel numero della rivista in tempo per la Bit 2019. Abbiamo invece considerato insieme i dati di Alpitour con Eden e Swan Tours anche se non consolidati nel 2017.

Anche nell’anno 2017 l’andamento delle vendite è stato fortemente influenzato da conflitti internazionali e frequenti attentati terroristici di matrice islamica che hanno provocato significative contrazioni e in alcuni casi battute d’arresto in termini di domanda di servizi per destinazioni turistiche di primaria importanza per il mercato italiano quali la Tunisia, il Marocco e la Turchia. I principali operatori, tra cui in particolare Alpitour, hanno rilevato nel corso dell’esercizio 2016/2017 i primi segnali di ripresa sulla destinazione Egitto, che ha evidenziato un sensibile aumento dei flussi turistici provenienti dall’Italia e dagli altri Paesi europei.

In un tale scenario, gli operatori hanno cercato di ampliare l’offerta verso destinazioni alternative, cioè verso le altre destinazioni a medio e lungo raggio, quali Canarie, Capo Verde, Oman, Messico, Maldive e Tanzania, nonché sulle principali destinazioni del Mar Mediterraneo di Italia, Spagna e Grecia. p.f.

L'analisi completa - comprensiva delle tabelle riepilogative - sul numero 1562 di Guida Viaggi, sfogliabile anche online cliccando qui: goo.gl/QXEEGq

 

Fonte = GUIDA VIAGGI 04/02/2019