Italia, 15 miliardi di opportunità
03 Agosto 2017
Un'analisi del Centro studi di Confindustria "monetizza" le potenzialità di crescita del comparto turistico nazionale, attuabili con performance migliori in termini di valorizzazione del patrimonio. Un focus sui viaggiatori Usa racconta l'Italia che piace
15,1 miliardi di euro di potenzialità inespresse. Sono le stime del Centro studi di Confindustria riferite al turismo in Italia e – più in particolare – ai volumi di spesa che i non-residenti potrebbero effettuare nel nostro paese qualora il comparto turistico trovasse la quadratura dal punto di vista della valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
Performance da migliorare
L’analisi di Confindustria compara la spesa dei non-residenti delle principali destinazioni europee: prima è laFrancia (52 miliardi di euro nel 2014), seguita da Spagna (50), Germania (43) e, infine, Italia (35). “Va sottolineato – spiega una nota a corredo dello studio - che tali valori includono sia la spesa di viaggiatori a scopo di svago sia quelli per ragioni di business e che questo sicuramente penalizza l’Italia rispetto a paesi come la Germania e la Francia, dove centri finanziari o istituzionali (Francoforte, Parigi e Strasburgo) attraggono flussi di visitatori alto-spendenti da ogni parte del mondo per ragioni di affari”.
“Questi dati – prosegue la nota di Confindustria - lasciano trasparire ampi margini di miglioramento per la spesa dei non-residenti: se l’Italia eguagliasse la performance spagnola (che per capacità di accoglienza e prevalenza di viaggiatori per ragioni di svago è la più simile all’Italia), raggiungendo quindi una quota del 4,5% sulla spesa mondiale dei non-residenti, accrescerebbe gli incassi dei viaggiatori esteri del +42,8% (+15,1 miliardi di euro) rispetto ai risultati realizzati nel 2016”. Numeri rilevantissimi, per un settore turistico che già oggi in Italia vanta un contributo diretto al Pil del 4,2% (5,0% per l’occupazione) che - se si considerano anche gli effetti indiretti - sale al 10,2% (11,6% dell’occupazione).
“Questi dati – prosegue la nota di Confindustria - lasciano trasparire ampi margini di miglioramento per la spesa dei non-residenti: se l’Italia eguagliasse la performance spagnola (che per capacità di accoglienza e prevalenza di viaggiatori per ragioni di svago è la più simile all’Italia), raggiungendo quindi una quota del 4,5% sulla spesa mondiale dei non-residenti, accrescerebbe gli incassi dei viaggiatori esteri del +42,8% (+15,1 miliardi di euro) rispetto ai risultati realizzati nel 2016”. Numeri rilevantissimi, per un settore turistico che già oggi in Italia vanta un contributo diretto al Pil del 4,2% (5,0% per l’occupazione) che - se si considerano anche gli effetti indiretti - sale al 10,2% (11,6% dell’occupazione).
Usa-Italia: storia di un amore
Lo studio del Csc pone poi l’accento sul rapporto tra Stati Uniti e Italia. Se la maggioranza degli statunitensi viaggia all’interno degli USA (55%) e il 35% sceglie di restare nel continente americano (Messico, Caraibi, Canada), tra le destinazioni oltreoceano l’Italia si posiziona prima attraendo il 4% di turisti, seguita da Francia (3%) e Regno Unito (3%). Tra le motivazioni di viaggio degli americani spicca la cultura, prima per numero di preferenze (28,4%) tra le ragioni di tipo non economico. Altri fattori che determinano le rotte degli statunitensi sono il clima (16,7%), la presenza di membri della famiglia nella meta di destinazione (15,8%) e la concomitanza di eventi a carattere culturale, sportivo o di altro genere (14,3%).
Gli americani svettano per acquisti sul mercato italiano (secondi con 4,7 miliardi di euro nel 2016), con una media di 1.166 euro di acquisti pro-capite e 135 euro per notte di soggiorno. L’alloggio è la prima voce di spesa (2 miliardi di euro), seguito da bar e ristorazione (1,1), shopping (0,8) e trasporti (0,4). – Fonte: Guidaviaggi.it
Gli americani svettano per acquisti sul mercato italiano (secondi con 4,7 miliardi di euro nel 2016), con una media di 1.166 euro di acquisti pro-capite e 135 euro per notte di soggiorno. L’alloggio è la prima voce di spesa (2 miliardi di euro), seguito da bar e ristorazione (1,1), shopping (0,8) e trasporti (0,4). – Fonte: Guidaviaggi.it