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Inchieste su sprechi e favori Babbi si dimette dall'Enit

Inchieste su sprechi e favori Babbi si dimette dall'Enit

Il caso - Tutto il Cda indagato: il dg lascia sulla scia delle verifiche del pm

Evadendo la richiesta di adottare «tempestivi provvedimenti per ripristinare la piena applicazione del vigente regolamento», il direttore generale «perseverava nella sua condotta» che, «per la sua evidente volontarietà, appare integrare una insubordinazione di tale gravità dal ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario sotteso al rapporto di lavoro».

Con una richiesta di licenziamento pendente a suo carico, Andrea Babbi si dimette da direttore generale dell'Enit (Agenzia nazionale del turismo). La lettera sopra riportata, in cui è riassunta «l'illegittimità» di alcuni «atti direttoriali» sulla modifica delle competenze e delle funzioni degli uffici dirigenziali nelle sedi estere», è stata inviata dal commissario straordinario Cristiano Radaelli a fine maggio al ministro Dario Franceschini e alla direzione generale del Mibact.

La soluzione per aggirare anche eventuali contenziosi da parte del dg viene suggerita in una seconda lettera, stesso mittente e destinatari. Nel nuovo statuto di Enit - già vistato dalla Corte dei Conti - viene abrogata la figura del direttore generale. Venendo a mancare il suo ruolo, scrive il commissario al ministro, «Babbi verrebbe relegato all'inattività». Con due conseguenze possibili: «Da un lato eventuali richieste risarcitorie connesse al demansionamento, dall'altro eventuali accuse di dispendio di risorse pubbliche».

Prima lo spostate ad altro incarico, meglio è, in altre parole. Babbi termina così il suo mandato con due mesi di anticipo: «Lascio di comune accordo col commissario Radaelli dopo l'approvazione di un bilancio in cui sono stati tagliati i costi come mi era stato chiesto», rivendica il dg dimissionario. I presunti abusi attorno alla sua nomina sono al centro di un'indagine della procura che coinvolge l'intero Cda, un consigliere di palazzo Chigi e il dirigente Roberto Rocca. Quest'ultimo è citato anche in una fresca relazione ministeriale sulle criticità e gli sprechi delle passate gestioni del settore turismo.

Una stagione di manager legati ta loro che si chiude idealmente con un'altra causa di lavoro. Coinvolta stavolta è Promuovitalia, società controllata dall'Enit e - dopo soli quattro anni - finita in liquidazione per gli enormi ammanchi nel bilancio.

L'epitaffio sulla gestione dell'ex direttore generale Francesco Montera lo scrive il tribunale del Lavoro, riconoscendo la legittimità del licenziamento del suo direttore del personale, Luigi Tiberia, da parte del nuovo cda: «Tra la leale collaborazione con l'azienda e la collaborazione con i due dirigenti, il ricorrente ha scelto quest'ultima, ledendo  irrimediabilmente la prima», scrive il giudice respingendo il ricorso.

I beneficiari dei servizi infedeli di Tiberia sono Montera stesso e il vicedirettore operativo Stefano Orsini, che con la spa in piena crisi finanziaria si erano attivati per portare segretamente fuori dall'azienda (e quindi al riparo dal fallimento) i propri tfr. Montera e Orsini sono a loro volta già stati licenziati per giusta causa assieme a un collaboratore che rispondeva - di nuovo - non all'azienda ma a Rocca.

Restano in piedi, tra le macerie, le inchieste della procura su sprechi, violazioni, abusi di varia natura nella società che doveva promovere l'Italia. - di Fulvio Fiano - Fonte: Il Corriere della Sera