In dirittura d'arrivo una convenzione tra Ice e Invitalia
Si attende il decreto di ripartizione dello «Sblocca Italia»: 19 milioni per mille imprese che assumono export manager TURISMO Franceschini: ok allo statuto dell' Enit , ora si può lavorare su possibile fusione con l'Ice e sinergie con gli Istituti di cultura.
Un "contratto" tra Ice e Invitalia per sbloccare l'impasse sulla gestione degli investimenti esteri: si lavora, con un'attenzione particolare alle cifre, per finalizzare l'accordo sulle risorse umane che nelle due Agenzie lavorano sullo stesso tema. Undici persone in carico a Invitalia, attive nell'area investimenti esteri, dovrebbero passare funzionalmente all'Ice in base a una convenzione onerosa. Si "tratta" al momento intorno a una cifra nell'ordine di 1,1 milioni all'anno per due anni per sostenere il costo degli stipendi dei dipendenti Invitalia che passerebbero di fatto a lavorare per un'altra Agenzia. Nel negoziato, con il ruolo attivo ovviamente del ministero dello Sviluppo economico, le richieste di Invitaliae l'entità della convenzione sono un punto cruciale per far decollare l'operazione.
L'area investimenti esteri dell'Ice dovrebbe avere a disposizione un budget trai4ei5 milioni in due anni: la convenzione con Invitalia ne assorbirebbe una quota importante ma dovrebbe garantire nel contempo l'impiego di competenze già attive da diversi anni nel confronto con gli investitori esteri (si sarebbe anche discusso dell'eventualità di limitare l'operazione a 5-6 addetti sugli 11 totali). A operazione ultimata si creerebbe di fatto un'Agenzia unica sul modello di organismi analoghi creati in Francia, Germania, Spagna. Con l'ulteriore opzione Enit (turismo) che si potrebbe riaprire.
Il nuovo statuto dell'ente, speditoa novembre alla Presidenza del consiglio,è stato firmato qualche giorno fa e sul ritardo ha pesato - come ha spiegato ieri il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, nel corso di un'audizione alla commissione Attività produttive della Camera - proprio l'ipotesi, su cui il Governo sta ragionando da tempo, di una fusione con l'Ice. «Alla fine ha aggiunto Franceschini - si è preferito andare avanti con lo statuto dell'Enit, lasciando comunque aperta la prospettiva di un'integrazione con l'Ice. Allo stesso tempo stiamo lavorando con il ministero degli Esteri su un progetto altrettanto importante, se non più importante, che è la collaborazione dell'Enit con la rete degli istituti italiani di cultura all'estero».
La razionalizzazione delle politiche e delle competenze per attrarre investimenti esteri, va ricordato, è un obiettivo che risale già al governo Letta, con i primi tentativi rimasti incompiuti del decreto Destinazione Italia. La sinergia, a un mese dall'avvio dell'Expo, è a maggior ragione un obiettivo su cui nell'esecutivo si vorrebbe spingere senza accumulare ancora ritardo. Sotto l'aspetto tecnico, però, non è tutto in discesa. Il primo passo è la firma di una convenzione tra ministero dello Sviluppo economico e Ice che definisca i compiti di quest'ultima in relazione al Piano made in Italy (si tratta di un atto previsto dal decreto sblocca Italia). Deve poi essere emanato il decreto che ripartisce le risorse previste per l'intero Piano tra i vari obiettivi. Dopodiché si potrà concretizzare l'accordo Ice-Invitalia, probabilmente da formalizzare con un atto di indirizzo ministeriale. Entro un mese si punta a chiudere, promettono dal ministero, aggiungendo che su alcuni dossier le due divisioni già stanno lavorando in tandem.
Da completare, nell'ambito del Piano per il made in Italy, è anche l'iter per i voucher alle Pmi che assumono "temporary export manager". Anche in questo caso si lavora ancora al provvedimento attuativo, che potrebbe arrivare a maggio. La dote dovrebbe ammontare a circa 19 milioni, per un contributo di 10mila euro a impresa beneficiaria nei primi sei mesi, prorogabile per un secondo semestre con ulteriori 8mila euro. In tutto, dovrebbero essere concessi circa 2mila voucher per poco più di mille aziende beneficiarie. Il contributo pubblico sarebbe vincolato a una quota minima di cofinanziamento privato, non meno di 3mila euro nel primo semestree 5mila euro nel secondo. Alcune modalità del decreto sono ancora aperte: ad esempio al ministero studiano un modalità per dare priorità nell'assegnazione dei voucher alle Pmi che hanno partecipato alle varie tappe del "road show" per l'internazionalizzazione. Di C. F. - Fonte: Il Sole 24 Ore