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Il turismo in Italia secondo Dario Franceschini

Il turismo in Italia secondo Dario Franceschini

03 Dicembre 2014

Lo ha sottolineato lui stesso durante l'intervista di Giancarlo Carniani, co-fondatore di Bto, rivolta anche a Sara Nocentini, assessore al Turismo dellaRegione Toscana. Un ruolo, questo di vertice del Mibact, di cui stima l'alto valore, ma comporta fatica nel riconoscimento dello stesso da parte del resto del mondo politico-istituzionale. Qui la prima difficoltà, il contesto: "Guido il ministero economico più importante del Paese, devo farlo capire agli altri decisori economici", esordisce Franceschini. Velocemente l'attenzione è stata portata sull'Expo, un altro caso di cui il riconoscimento dell'importanza per il rilancio dell'immagine del Paese é stato molto lento. "Sará il momento in cui vedremo per la prima volta l'Italia con gli stessi occhi stupiti dei milioni di viaggiatori", ha detto.

Per suggerire poi di non fare l'errore d'inseguire un modello di turismo di massa, ma puntare alla qualità. "Per risalire le classifiche non dovremo aumentare il numero di turisti, questo è inevitabile. Ma chiederci su cosa puntiamo. Sul turismo di massa, le orde di turisti a Venezia oppure un turismo di qualità, che cerca hotel diffusi, qualità del cibo?Dobbiamo puntare sul turismo sostenibile, deve essere questa la vocazione del turismo italiano. Non avere come modello il problema che ha piazza San Marco".

La lunga conversazione, durata 50 minuti, ha toccato molti punti, spaziando tra questioni di governance, commissariamento dell'Enit, classificazione alberghiera, Titolo V, innovazione. Dell'Agenzia di promozione dell'Italia, di cui anche l'audience di imprenditori di Bto ha chiesto notizie, Franceschini ha spiegato che "dovremmo avere l'approvazione del nuovo statuto tra pochi giorni, quindi andremo avanti con la governance". Ha ricordato che al momento dell'analisi "ci siamo trovati davanti a situazione complessa, con uno schema di sedi estere molto costose, una distribuzione geografica neanche tanto pertinente, l'85% delle spese sul personale e non sulla promozione, dirigenti molto costosi". Di qui ciò che sappiamo: "Abbiamo quindi commissariato, inoltre, per aggiungere qualche altro elemento: Italia.it era gestito dall'Automobile Club e non so perché".

Per concludere il quadro con una dichiarazione che non lascia spazio ad interpretazioni: "Un conto era fare il ministro della spesa pubblica e un altro il ministro di taglio della spesa. Mi pare stiamo andando avanti in questa direzione". Ma la visione generale offerta dall'intervista non è stata affatto pessimistica. Il ministro ha portato esempi di marketing e promozione dei beni culturali italiani innovativi, come il recupero di borghi antichi per trasformarli in alberghi diffusi "dove la hall è la piazza e la camera d'hotel è una casa antica", oppure del progetto del Colosseo che sta per inaugurare gli ascensori che portavano le belve nell'arena dei gladiatori e che ora porteranno i turisti. Per annunciare che "la Soprintendenza sta ragionando su ipotesi di ricostruzione dell'arena" fino a chiedere con piglio manageriale "pensiamo a quanto potrebbero ammontare i diritti televisivi, da reinvestire, ad esempio, in restauri?".

L'idea del ministro è quella di mescolare i segmenti del turismo: "Se per una parte di turismo maturo è l'offerta culturale quella appetibile, per target più nuovi lo sono lo shopping e la gastronomia - osserva -. Dobbiamo mescolare questi segmenti. Farei una sfilata in un grande museo. E per fare questo ci vuole una regia unica, non che un pezzetto lo fa lo Sviluppo economico, l'altro l'Agricoltura o la Cultura o un altro ministero ancora. Il turismo ne ha girati troppi". - Fonte: Guida Viaggi sito web (di Paola Baldacci)