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Il turismo della Tunisia si promuove con la Bonino e le curve di Rim Saidi

Il turismo della Tunisia si promuove con la Bonino e le curve di Rim Saidi

28 Aprile 2015

Da maggio, attraverso spot, manifesti e campagne su web e stampa, lo proclameranno in Italia testimonial come Emma Bonino e come Rim Saidi, conturbante top model tunisina che vive a Milano (e la cui gallery di immagini su Google farebbe montare il sangue alla testa all'islamista più moderato). Anche queste scelte fanno capire da che parte voglia andare la Tunisia, il cui nuovo governo appare sempre più deciso a contrastare l'integralismo islamico.

Così, con quella che gli esperti chiamano «campagna tattica» (in anticipo sui tempi della normale promozione in vista dell'estate) e con un investimento pubblicitario milionario, la Tunisia prova a salvare il possibile, alla vigilia di una stagione turistica che si teme disastrosa, dopo che l'attentato del 18 marzo al Museo del Bardo ha innescato il crollo delle prenotazioni, il dimezzamento dei voli di linea e la cancellazione totale dei voli charter. Per non dire delle compagnie di crociera, Costa e Msc, che ormai saltano lo scalo di Tunisi.

Per la Tunisia un danno economico non da poco, visto che il settore turistico, secondo solo a quello agricolo, dà lavoro a 400 mila addetti (il 10% dei lavoratori tunisini), garantisce il 7% del pil e il 18-20% delle entrate in valuta estera, e oltre tutto traina molti altri settori, dal commercio ai trasporti. E dire che nel 2014, nel generale calo di presenze turistiche (meno 3,2%, con una discesa complessiva da 6,27 a 6,07 milioni), gli italiani diretti in Tunisia erano stati in controtendenza (più 9% rispetto al 2013, con un totale di 252 mila presenze). Cifre ancora lontane da quelle dei tempi d'oro, ma che comunque consentivano alla direttrice dell'Ente del Turismo della Tunisia in Italia, Dora Ellouze, di puntare a 300 mila arrivi nel 2015. Considerando che in media ogni italiano resta tre notti e quattro giorni, e che spende circa 100 euro al giorno, per le casse tunisine non sarebbe stato malaccio.

Ma quelle cifre oggi sono una chimera: l'impressione, anche se nessun funzionario tunisino è ovviamente disposto ad ammetterlo, è che un numero di arrivi dimezzato sarebbe già un successo. Anche se uffi cialmente ancora si proclama la possibilità di almeno pareggiare il risultato del 2014. «La strage ci ha colto di sorpresa, gli attentatori del Bardo ci hanno colpito nel nostro orgoglio», dice la Ellouze, «ma la Tunisia era e resta un paese sicuro. Non siamo in guerra, e la gente non ha paura di uscire di casa. Ancor più adesso che sono state rafforzate le misure di sicurezza ovunque, dagli aeroporti agli alberghi, dai musei ai siti turistici». Vallo a spiegare, però, a chi deve prenotare... Inutile dire che il ministero del turismo tunisino a questa campagna (lanciata anche in Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Svizzera e altri paesi, con i relativi testimonial locali, gente famosa e gente comune) ci crede davvero. Resta da verificare se ci crederanno anche i turisti. E se vinceranno i loro timori. Di R.C.- Fonte: ItaliaOggi