Il turismo della neve in cerca di ripresa
Questo è il primo risultato che emerge dalla rilevazione annuale di Skipass Panorama Turismo , l'osservatorio turistico della montagna italiana elaborato dalla società di consulenza e marketing Jfc. In questa situazione di impasse, sono poche le destinazioni che hanno avuto la forza e la liquidità per investire: solo il 14% delle località montane, infatti, si presenterà sul mercato con almeno una novità dal punto di vista strutturale o dei servizi. Dall'altra parte, però, viene percepita una forte esigenza di sperimentazione che va dalla creazione di nuovi prodotti turistici a innovative proposte di vacanza che vedono nel web e nei social network i centri di sviluppo e diffusione.
Ritorno all'intermediazione
Sono diverse le conseguenze di questa situazione che, però, partono da un assunto di base: il mercato domestico continuerà a ridursi. Come far fronte a questo fattore? Da un lato si sta assistendo ad una maggiore concentrazione delle attività promozionali (e, di conseguenza, di investimenti) nei confronti dei mercati esteri, mentre dall'altro c'è un rafforzamento del rapporto con l'intermediazione, con la stipulazione di contratti con maggiori allotment e con nuovi tour operator per essere presenti su più canali di vendita possibili. In questo scenario traballante si inserisce la variabile impazzita del mercato russo, Paese che rappresenta per molte località il primo bacino estero. Se, infatti, la svalutazione del rublo (dovuto anche a fattori geopolitici oltre che economici) porterà i residenti in quel Paese a dover spendere circa il 30% in più rispetto alla passata stagione invernale, anche questo fattore potrebbe incidere in maniera importante sul consuntivo finale degli operatori.
Previsioni positive
La ricerca definisce questo scenario come una situazione di "equilibrio instabile" con qualche previsione positiva: se le presenze italiane dovrebbero segnare un'ulteriore riduzione, le aspettative su quelle estere sono in crescita e sono già arrivati segnali positivi visto che ben il 69,2% degli operatori si aspetta un incremento delle presenze di ospiti stranieri. Sul mercato domestico, invece, è partita la caccia agli Slons (snow lovers no skiers): è alta la richiesta di chi vuole vivere la neve senza essere obbligato a praticare una disciplina sportiva. La ricerca calcola in 780mila gli italiani che sarebbero disposti a pranzare in rifugio, trascorrere qualche ora di relax nelle spa, fare shopping e uscire con gli amici: un segmento stimato in 268 milioni di euro. È arrivato il momento di pensare al turismo delle neve non solo come skipass e piste da sci. - Fonte: Guida Viaggi (di Giovanni Ferrario)