Il turismo del futuro parla mandarino
I cinesi infatti quando viaggiano non badano a spese: nel 2012 hanno speso complessivamente 100 miliardi di dollari, il 40 per cento in più che nel 2011. Ciò spiega perché tutti si preparano a riceverli, dalle grandi catene alberghiere, che pretendono dai dipendenti la conoscenza di alcune frasi basilari di cinese, fino ai governi di Usa e Regno Unito, che hanno introdotto procedure di visto accelerate per i turisti cinesi. I cinesi sono i benvenuti un po' dovunque perché il loro è principalmente un turismo commerciale, da shopping. I prodotti di lusso in Cina sono quasi tutti stranieri e costano molto di più che nei Paesi d'origine. Anche aggiungendo il prezzo del biglietto d'aereo e le spese si spende meno a fare shopping a Milano o a Parigi che a Shanghai.
Così, anche gli aeroporti si stanno attrezzando, in quello di Charles De Gaulle, per esempio, si vendono bottiglie di vino francese da 1.600 dollari che altrimenti il turista non potrebbe portare a mano attraverso il sistema di sicurezza. La popolarità dei viaggi all'estero è legata alla rapida crescita della classe media cinese. Secondo uno studio della McKinsey, nel 2000 circa il 4 per cento della popolazione rientrava nella definizione di classe media e guadagnava dai 9 ai 34 mila dollari l'anno. Alla fine del 2012 la percentuale era salita al 68 per cento. Nel prossimo futuro, dunque, le potenzialità di crescita sono molto alte. - Fonte: Il Venerdì di Repubblica (di Loretta Napoleoni)