Il turismo americano chiede a Trump di continuare con l’apertura a Cuba
Quaranta fra le più importanti aziende turistiche americane chiedono a gran voce al presidente Trump di non sconfessare gli sforzi che solo tre anni fa il suo predecessore Barack Obama, incontrando Raoul Castro aveva fatto per siglare un mutuo accordo di collaborazione fra le due nazioni.
Martedì scorso oltre 40 preminenti imprese turistiche statunitensi, in una lettera congiunta, hanno chiesto a Donald Trump di non modificare quanto fatto per l’espansione dei viaggi verso Cuba, come da egli stesso minacciato. Molte le associazioni di primo piano hanno espresso questo pensiero: l’American Society of Travel Agents, la National Tour Association e la United States Tour Operators Association hanno dichiarato che questo porterebbe ad un significativo regresso e ad una perdita economica, in termini di posti di lavoro, oltre ad un colpo basso al settore economico cubano privato che sta cercando di emergere.
Cuba ha ricevuto 4 milioni di turisti nel 2016, incluso un cospicuo numero di americani, saliti, rispetto al 2015 del 13%, dopo che sono stati ripresi i voli di linea dopo oltre 50 anni di embargo. Il viaggio di cittadini Usa deve comunque essere compreso nelle 12 fattispecie approvate dal governo, che includono viaggi religiosi, progetti umanitari, attività di stampa, e, letteralmente, “support for the cuban people”. Dopo l’iniziale entusiasmo c’è stato un lieve calo, di interesse, e alcune compagnie hanno dato forfait. Oggi la speranza è che Trump non ritorni indietro, mettendo a rischio parecchi posti di lavoro per il turismo americano, visto che uno dei sui slogan è stato proprio “make America great again”. - Fonte: TravelQuotidiano.com