IL SOLE 24 ORE - In quattro mesi 200mila posti in più, bene il turismo
Il tempo indeterminato traina l'occupazione, crescono i contratti a termine
G.Pog.
Anche nel secondo bimestre sono stati creati 111mila posti, al netto delle cessazioni nel settore privato (non agricolo), un valore simile a quello del primo bimestre (quando il saldo era 104mila) e superiore sia agli andamenti medi del 2022 che a quelli del 2019, prima della pandemia.
Nel complesso in quattro mesi, sono stati creati oltre 200mila posti di lavoro, circa la metà di quelli attivati nel 2022 secondo un report sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, della Banca d'Italia e dell'Anpal che evidenzia come la domanda di lavoro sia stata trainata soprattutto dai servizi, in particolare dal turismo, dove tra marzo e aprile sono stati creati poco meno di 40mila posti di lavoro.
Nell'industria in senso stretto e nelle costruzioni l'occupazione ha continuato a salire a tassi in linea con quelli del bimestre precedente. Anche a marzo e aprile la maggior parte dei posti di lavoro creati, circa il 70%, sono stati a tempo indeterminato.
Si sta rafforzando però il ricorso al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35mila posizioni rispetto a 15mila). Su questa ripresa ha influito la forte crescita del comparto turistico, in cui i rapporti di lavoro di breve durata sono più diffusi, insieme alla maggiore propensione delle imprese ad attivare nuove posizioni a tempo determinato, dopo aver trasformato in permanenti molti dei rapporti di lavoro a termine nel 2022.
Anche questo bimestre il contributo dell'apprendistato alla crescita occupazionale è nullo, e ciò dovrebbe far riflettere considerando che rappresenta la porta d'accesso dei giovani al mercato del lavoro. In linea con l'espansione dell'occupazione rilevata dai principali osservatori, è proseguita la graduale riduzione del tasso di licenziamento, iniziata a metà del 2022.
Le dimissioni restano su livelli più elevati della fase pre pandemica, ma si tratta soprattutto di transizioni da un impiego a un altro. Stabile il numero di disoccupati amministrativi (misurato dalle Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro), sostenuto dall'incremento dei tassi di partecipazione.
Fonte = IL SOLE 24 ORE 20/05/23
G.Pog.
Anche nel secondo bimestre sono stati creati 111mila posti, al netto delle cessazioni nel settore privato (non agricolo), un valore simile a quello del primo bimestre (quando il saldo era 104mila) e superiore sia agli andamenti medi del 2022 che a quelli del 2019, prima della pandemia.
Nel complesso in quattro mesi, sono stati creati oltre 200mila posti di lavoro, circa la metà di quelli attivati nel 2022 secondo un report sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, della Banca d'Italia e dell'Anpal che evidenzia come la domanda di lavoro sia stata trainata soprattutto dai servizi, in particolare dal turismo, dove tra marzo e aprile sono stati creati poco meno di 40mila posti di lavoro.
Nell'industria in senso stretto e nelle costruzioni l'occupazione ha continuato a salire a tassi in linea con quelli del bimestre precedente. Anche a marzo e aprile la maggior parte dei posti di lavoro creati, circa il 70%, sono stati a tempo indeterminato.
Si sta rafforzando però il ricorso al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35mila posizioni rispetto a 15mila). Su questa ripresa ha influito la forte crescita del comparto turistico, in cui i rapporti di lavoro di breve durata sono più diffusi, insieme alla maggiore propensione delle imprese ad attivare nuove posizioni a tempo determinato, dopo aver trasformato in permanenti molti dei rapporti di lavoro a termine nel 2022.
Anche questo bimestre il contributo dell'apprendistato alla crescita occupazionale è nullo, e ciò dovrebbe far riflettere considerando che rappresenta la porta d'accesso dei giovani al mercato del lavoro. In linea con l'espansione dell'occupazione rilevata dai principali osservatori, è proseguita la graduale riduzione del tasso di licenziamento, iniziata a metà del 2022.
Le dimissioni restano su livelli più elevati della fase pre pandemica, ma si tratta soprattutto di transizioni da un impiego a un altro. Stabile il numero di disoccupati amministrativi (misurato dalle Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro), sostenuto dall'incremento dei tassi di partecipazione.
Fonte = IL SOLE 24 ORE 20/05/23