Il rebus del Green Pass negli hotel italiani
IL REBUS DEL GREEN PASS NEGLI HOTEL ITALIANI:
ASTOI chiede chiarimenti sull’impiego delle certificazioni verdi Covid-19 nelle strutture turistico ricettive
Già dalla scorsa settimana ASTOI Confindustria Viaggi ha chiesto chiarimenti al Ministero della Salute con riferimento all’impiego delle certificazioni verdi COVID-19 – c.d. Green Pass – previste dal D.L. 23 luglio 2021 n. 105, nelle strutture turistico ricettive.
In particolare, l’Associazione ha chiesto al Ministero di confermare che l’impiego del Green Pass non trovi applicazione con riferimento agli esercizi di ristorazione e ai teatri per gli spettacoli di intrattenimento degli ospiti, collocati all’interno delle strutture ricettive.
Le strutture ricettive (alberghi, villaggi turistici, resort, etc) offrono i propri servizi ad un numero limitato e controllato di avventori (verosimilmente stabile per almeno una settimana o due) adottando specifici protocolli e misure ad hoc, quali a titolo esemplificativo: tavoli assegnati in relazione ad ogni camera occupata o ad ogni nucleo di persone conviventi; costante controllo della temperatura degli ospiti prima di accedere alle aree comuni (sale ristoranti, teatri, sale di intrattenimento in genere); distanziamento tra gli ospiti in ogni occasione di condivisione di spazi (spiaggia, bar, teatro, ristorante, hall); sanificazione costante delle aree comuni e quotidiana delle camere; utilizzo di mascherine all’interno dell’hotel.
L’Associazione evidenzia che la norma, per come formulata, sarebbe tecnicamente inapplicabile nella maggior parte delle strutture; in assenza dei necessari chiarimenti, l’incertezza sta inevitabilmente producendo interpretazioni non univoche da parte del mercato e sta portando molti clienti a cancellare le prenotazioni effettuate. È chiaro che ove la previsione riguardasse anche le strutture ricettive, comporterebbe un duro colpo per il turismo nazionale. Il mercato, già in crisi dopo essere stato costretto a fare a meno delle mete estere, dovrebbe rinunciare anche alle vendite sull’Italia.
ASTOI Confindustria Viaggi rimane quindi in attesa dei chiarimenti richiesti, auspicando che a breve possano giungere le necessarie delucidazioni.