Il prestito-ponte è legge: i dubbi degli esperti
Il servizio bilancio del Senato fa rilevare che i 600 milioni stanziati potrebbero rivelarsi insufficienti e che la mancata restituzione dei fondi costituirebbe un aggravio del debito pubblico
Dopo il voto del Senato, è legge il prestito-ponte da 600 milioni di euro da parte dello Stato ad Alitalia, contenuto nella “manovrina” di correzione dei conti pubblici richiesta dall’Europa. L’operazione ha destato la perplessità dei tecnici del servizio bilancio di Palazzo Madama, che nella relazione preparata prima del voto hanno fatto notare come l’importo di 600 milioni “assegnato ad Alitalia si basa sulle previsioni svolte dalla società e che su tali stime non si è tenuto conto dell’ulteriore esborso relativo al deposito Iata che se computato avrebbe determinato alla fine di giugno 2017 un fabbisogno di 219 milioni a fronte dei 102 milioni previsti nel piano di cassa”.
Se il governo è convinto che il deposito per Iata non sarà necessario - grazie al miglioramento del profilo finanziario dei prossimi sei mesi - il servizio bilancio rileva che “l’entità del prestito accordato potrebbe non essere prudenziale e non in linea con le attuali esigenze finanziarie della società aerea” e che se “le stime del miglioramento del profilo finanziario fossero sovrastimate, potrebbero determinarsi dei rischi di liquidità e criticità nella restituzione del prestito entro l’esercizio in corso”.
Altro aspetto controverso è quello relativo alla lettura dell’intervento dello Stato: alcuni economisti e lo stesso servizio bilancio del Senato rilevano che “se fosse considerato ad esempio un aiuto di Stato, sarebbe rilevante anche in termini di indebitamento netto. Allo stesso modo il prestito in esame non esplica effetti in termini di fabbisogno in quanto si presuppone che lo stesso sia integralmente restituito nel medesimo esercizio corrente”. Se Alitalia non dovesse rimborsare il dovuto entro il 2017, “gli effetti si registreranno anche sui restanti saldi”, ovvero sull’aumento del deficit e del debito pubblico. – Fonte: Guidaviaggi.it