Il ministro dell'Art Bonus
"Il Ministero dei BeniCulturali - ha detto nella sua prima intervista - è il più importante ministero economico del nostro Paese". Un'ottima partenza, a cui è seguita una spinta decisa alla macchina culturale e turistica con l'approvazione del decreto Art Bonus, che prevede crediti d'imposta non solo per le donazioni culturali, ma anche (e soprattutto) la possibilità di scontare le tasse per gli hotel che ristrutturano e per tutte le aziende del turismo che decidono di investire in innovazione e tecnologia.
Una partenza, come nello stile del Governo Renzi, con il botto, per un comparto abituato a sentire promesse, ma a vedere sempre poche azioni andare in porto. Dopo l'Art Bonus, Franceschini ha messo mano al cuore del turismo italiano, quell'Enit di cui da anni si attende una riforma. Parallelamente alla risistemazione dell'Agenzia, il ministro ha fortemente voluto l'apertura di un tavolo di confronto nazionale sul digital divide del turismo italiano rispetto a quello mondiale. È nato così TdLab, il laboratorio del turismo digitale che ha consegnato a fine ottobre un documento con una serie di linee guida sia per quanto riguarda la promozione che la commercializzazione, nonché l'impostazione che deve avere il turismo italiano online.
Contemporaneamente, è partito il lungo lavoro della riorganizzazione dell'Enit. Nominato un commissario, Cristiano Radaelli, gli si è dato incarico di realizzare lo statuto della nuova agenzia, così come prevista e pensata dal ministro. Un lavoro che dovrebbe essersi concluso a fine novembre, ma del quale, almeno per ora, si sa poco o nulla. È sul finire dell'anno, infatti, che l'azione del ministro Franceschini ha un po' perso smalto. Della riforma Enit, infatti, si sono perse le tracce, mentre da più parti viene sollecitata una ripartenza veloce dell'attività dell'agenzia, semi paralizzata al momento, anche in vista dell'appuntamento con Expo che si avvicina.
In più, in maniera quasi paradossale, dopo tutto il lavorio del TdLab e le proposte emerse per rendere competitivo il Paese online, al momento l'unica vetrina web della Penisola, Italia.it, è ferma. La redazione che ha gestito il portale fino a un mese fa è stata, di fatto, sciolta, ma non ancora sostituita. Il sito è quasi fermo così come è ferma la presenza dell'Italia sui social network. Una situazione non semplice da sbrogliare, sulla quale Franceschini dovrà lavorare velocemente. Pena la competitività turistica del Paese. - Fonte: TTG Italia (di Cristina Peroglio)