Il Mibact cambia verso: ecco la riforma
L'obiettivo è valorizzare il grande patrimonio culturale del nostro paese, parola del ministro che l'ha ideata e presentata ieri e che ha intenzione di portarla a casa con l'ok del consiglio dei ministri entro fine luglio. Musei come «miniere d'oro» che ancora non abbiamo saputo sfruttare, così li vede Franceschini. Che immagina una rivisitazione complessiva di tutto il sistema per costruire qualcosa che ancora non c'è e che invece altri paesi al mondo hanno saputo sfruttare: è il momento, insiste Franceschini, di lavorare sul patrimonio, storico e archeologico e sugli investimenti per farne «uno strumento di crescita».
Alla fine di questo percorso "rivoluzionario", c'è una struttura rinnovata, frutto di un lavoro fatto a partire da cinque nodi strutturali evidenziati proprio nelle premesse del testo della riforma "Verso un nuovo Mibact". Primo fra tutti, si deve colmare la mancanza di integrazione tra cultura e turismo, contrastare l'eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e dunque le duplicazioni tra centro e periferia; combattere il congestionamento dell'amministrazione centrale (che i tagli negli anni non hanno certo aiutato) e anche la carenza di autonomia dei musei e infine ridurre il ritardo del ministero nelle politiche di innovazione e di formazione.
Ecco dunque a cosa punta la riforma. Sei gli obiettivi: piena integrazione tra cultura e turismo; semplificazione dell'amministrazione periferica; ammodernamento; valorizzazione dei musei e delle arti contemporanee; rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e infine valorizzazione del personale. Questi i punti chiave intorno a cui il ministero cambierà.
Nasce una direzione generale musei, che dovrà attuare politiche e strategie a livello nazionale, favorire nuovi poli museali (anche in sinergia con regioni ed enti locali), valorizzare istituti e luoghi della cultura, linee guida per tariffe, ingressi e servizi. In ogni regione sorgerà un polo museale che avrà le funzioni di periferica della nuova direzione generale. A questa faranno capo tutti i musei regionali, una competenza che prima era delle soprintendenze.
Musei: alle direzioni dei 20 musei e siti più importanti arriveranno esperti in gestione museale individuati, anche all'estero, attraverso una selezione pubblica. Per nove di questi, la gestione spetterà a un dirigente di prima fascia: Colosseo e area archeologica di Roma; Pompei, Ercolano e Stabia; la Galleria degli Uffizi; la Pinacoteca di Brera; la Reggia di Caserta; le Gallerie dell'Accademia di Venezia; il Museo di Capodimonte; la Galleria nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma; la Galleria Borghese. Per gli altri undici, si ricorrerà a dirigenti di seconda fascia e sono: il Museo nazionale Romano; il Museo Archeologico nazionale di Taranto; la Galleria dell'Accademia di Firenze; il Museo Archeologico nazionale di Napoli; il Museo nazionale d'Arte antica di Roma; il Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria; la Galleria Estense di Modena; la Galleria Sabauda di Torino; il Palazzo Reale di Genova; il Museo nazionale del Bargello e il sito di Paestum.
La riforma prevede anche la riorganizzazione delle direzioni generali, che saranno d'ora in poi così nominate: Educazione e ricerca, Archeologia, Belle arti e paesaggio, Arte e Architettura contemporanee e periferie urbane, Spettacolo, Cinema; Turismo, Archivi, biblioteche, Organizzazione; Bilancio. Con annessi tagli: ci saranno 37 dirigenti in meno. Aumentano infine i poteri del segretario generale, che sarà dedicato maggiormente a politiche di indirizzo, impulso e coordinamento.
Per quanto concerne le soprintendenze, restano quelle archeologiche, che dipenderanno da quella centrale, mentre saranno accorpate le soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici. Cambiano ruolo le direzioni regionali, trasformate in segretariati regionali del Mibact, cioè uffici di coordinamento amministrativo che avranno competenze anche per il turismo e la promozione delle attività culturali. - Fonte: Europa (di Valentina Longo)