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Il Giubileo non fa indulgenze all'ENIT

Il Giubileo non fa indulgenze all'ENIT

La neo presidente dell'Enit, Evelina Christillin, deve ancora battere il primo colpo. Nominata il 17 luglio scorso dal consiglio dei ministri a capo dell'agenzia che deve promuovere l'immagine unitaria dell'offerta turistica italiana, aveva detto: "Bisogna mettere le mani nelle carte e lavorare a testa bassa. Non è tempo di proclami".

E l'Enit, uscito da anni di gestione commissariale, di carte da spulciare ne ha parecchie. Indicata come uno dei più singolari e intoccabili organismi italiani, l'agenzia ha indubbiamente delle particolarità. Riesce a spendere - ad esempio - ben 12 milioni di euro l'anno per gli stipendi del personale, dislocato tra la sede centrale di Roma e le 18 delegazione estere, ognuna delle quali rappresenta un centro di costo, con importi rilevanti.

L'ufficio di Londra assorbe 1,3 milioni di euro, quello di Francoforte 1,2, New York 900mila, Tokyo oltre 660mila; più economici Pechino (546mila) e Sydney (270 mila). A fronte di un piccolo esercito così bene attrezzato in 4 continenti ci si aspetta un massiccio flusso di investimenti promozionali. Invece accade il contrario: le risorse impegnate a favore del turismo sono ammontate nel 2014 a 4milioni 335 mila euro; di queste, quelle per fini promozionali istituzionali sono scese del 16,37%. In sostanza, oltre il 50% delle risorse Enit sono bruciate dal pagamento degli stipendi di dirigenti e funzionari e il 12,19% serve per coprire le spese generali. Solo il 26,8% è dedicato allo scopo per cui è nato l'Enit, cioè sostenere il turismo. E' come se un'azienda che produce pane decidesse che per sfornare un filone deve pagare tre fornai. Il poco "pane" prodotto dall'Enit, inoltre, non sembra neppure di buona qualità.

La stagione turistica italiana in questa parte dell'anno è stata infatti ottima, con un 20 per cento di presenze in più rispetto al 2014 tra giugno e agosto. Ma se è vero che il turismo è cresciuto, è anche vero che il merito è soprattutto dei vacanzieri italiani. Sul fronte delle presenze straniere invece pare ormai sprecata la grande opportunità offerta dall'Expo.

Denuncia Barnabò Bocca, presidente di Federalberghi: "Non sono approdati in Italia quei flussi dall'estero che erano stati ipotizzati sulla carta. Non abbiamo adeguatamente promosso con campagne pubblicitarie e la creazione di pacchetti ad hoc un'occasione unica per valorizzare l'immagine turistica complessiva del paese". Che era appunto il compito dell'Enit. Ora è tardi per rimediare.

Evelina Christillin sa che per raccogliere bisogna seminare, ed ha ancora un'occasione, quella del Giubileo in arrivo. Ma deve fare in fretta. Per il grande appuntamento di Roma Papa Francesco annuncia indulgenze. Il mercato del turismo non le fa. di Fabio Bogo - Fonte: LaRepubblica Affari&Finanza