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Il futuro della Grecia riparte da una tomba

Il futuro della Grecia riparte da una tomba

Individuate e sequestrate nel 2008 a Venezia, vengono ora restituite, sottolinea il ministro, «grazie all'eccellente collaborazione tra il ministero della Cultura italiano, i carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Artistico e l'ambasciata greca, e in applicazione di una direttiva Ue del 1993, modificata quest'anno durante il semestre di presidenza della Grecia, che prevede la riconsegna dei beni culturali illegalmente esportati». Un esempio, tra i tanti, di quanto può fare l'Europa quando non si limita a curarsi dell'economia e opera in modo coordinato. «Non basta», insiste Tassoulas, «che quella di chi invoca la restituzione sia una vox clamantis in deserto . Non è soltanto una questione giuridica, ma di civiltà».

Il ministro greco ha un'altra buona ragione per rallegrarsi. Si chiama Anfipoli. A Kastá, una località nei pressi di quella che fu un'importante città del regno macedone (guarda caso, ancora nel Nord della Grecia), si sta scavando da quest'estate una tomba impressionante per dimensioni e cura artistica: un tumulo apparentemente inviolato, cinto da un muro circolare di 497 metri di diametro (quasi il doppio del mausoleo di Augusto a Roma), con pareti di marmo di Thalos («il nostro marmo di Carrara», dice Tassoulas) dipinte a trompe-l'oeil e, a guardia dei due successivi varchi d'accesso agli ambienti interni, prima due sfingi e poi due cariatidi di straordinaria fattura, alte 2,27 metri (un po' di più di quelle dell'Eretteo ateniese). Nessuna iscrizione, per il momento, e non si può neppure escludere che si tratti soltanto di un cenotafio: in ogni caso, appartenuto a una persona molto importante.

Dati il luogo, la monumentalità, l'epoca (fine del IV secolo a.C.), era inevitabile che qualcuno pensasse di trovarsi finalmente di fronte alla tomba di Alessandro Magno - di cui da secoli si sono perse le tracce e che in ogni caso pare assodato sia stata inghiottita nelle viscere di Alessandria d'Egitto. Il ministro Tassoulas stoppa subito le fantasie: «Il team archeologico guidato da Ekateríini Peristéri applica la deontologia scientifica, si cura di tenere aggiornato il pubblico greco e quello mondiale sui progressi delle ricerche...». È un invito a attenersi a quanto accertato dagli esperti. Però si è parlato anche della madre di Alessandro, Olimpia, e della sposa Roxane, e anche del figlio Alessandro IV ucciso adolescente dal diadoco Cassandro... «Questo scavo non è soltanto un esercizio di conoscenza, ma anche di pazienza. Per il momento, bisogna frenare la curiosità».

Quel che è certo è l'enorme impatto che il ritrovamento ha subito avuto, oltre che nell'opinione pubblica, nel mondo politico ellenico. Il primo ministro Samarás, accompagnato dal ministro della Cultura, si è precipitato a Anfipoli fin dai primi giorni, lo scorso agosto. «Il premier crede molto nelle potenzialità culturali della Grecia. Uno studio commissionato di recente ha dimostrato in modo matematico che investire un milione di euro nella cultura produce effetti economici per 3,4 milioni di euro». Una bella spinta per provare a superare la crisi in cui la Grecia si dibatte da anni. A Verghina, per esempio, dove nel 1977 è stata riportata alla luce la tomba di Filippo II, il padre di Alessandro, un allestimento curatissimo e spettacolare ha consentito di dirottare (anche) verso il Nord della Grecia una parte dei turisti che si accalcano per lo più sull'Acropoli e nei siti del Peloponneso. Anche per Anfipoli ci saranno progetti di valorizzazione turistica.

Tassoulas concorda con Franceschini sull'importanza della cultura nelle strategie di sviluppo europee: «Il nostro ministero è attualmente impegnato in 140 opere in tutto il paese, con un bilancio di 740 milioni di euro finanziati dai fondi regionali europei». Ma la cultura non ha solo un valore economico. «L'Europa», conclude il ministro, «poggia su tre basi: l'arte e la bellezza della Grecia, il diritto romano e la religione cristiana. Se andiamo a guardare le sculture del Partenone, troviamo la rappresentazione plastica più fedele della bellezza dell'animo umano. E quando diciamo che l'Europa e le sue istituzioni devono essere al servizio dell'uomo, non lo diciamo in astratto, ma intendiamo precisamente l'uomo modellato dalla civiltà greco-romana, influenzata dal cristianesimo». - Fonte: La Stampa (di Maurizio Assalto)