Il futuro degli aeroporti italiani passa da nuovi investimenti
Investimenti per circa 3,6 miliardi, nel prossimo quinquennio, per potenziare gli aeroporti. È la spesa prevista dai gestori italiani per adeguare le strutture e costruire nuove infrastrutture, sia sul versante passeggeri per assorbire il previsto aumento di traffico, trainato da Fiumicino che su quello delle merci, dove il ruolo di protagonista spetta a Malpensa. A questa cifra, inoltre, vanno aggiunti gli oltre 600 milioni ancora da impiegare entro il 2016 per completare i programmi in corso.
Tutto questo senza contare le risorse che si muoveranno "intorno" ai principali hub, visto che come ribadito dal piano nazionale varato dal Governo a fine agosto (che ha individuato 38 aeroporti di interesse nazionale) diventano strategici anche i collegamenti con gli scali, a partire dalle ferrovie. A stimare le risorse che saranno investite negli aeroporti nazionali è Enac (l'Ente nazionale aviazione civile), che ha elaborato i dati per Il Sole 24 Ore sulla base delle opere previste da contratti di programma e masterplan.
La maggior parte delle risorse si concentrerà sui tre grandi sistemi di Roma, Milano e Venezia. Qui, nei prossimi 5 anni (dal 2016), sono programmati interventi per 2,6 miliardi, dopo i circa 1,7 miliardi previsti dal 2012 e il cui impiego dovrà essere completato entro il prossimo anno (all'appello mancano opere per 600 milioni). Il restante miliardo, invece, sarà investito negli altri aeroporti italiani.
Ad attrarre la fetta più corposa di risorse è il Leonardo da Vinci di Fiumicino, il più grande scalo nazionale- gestito da Adr che raggiungerà i 40 milioni di passeggeri nel 2015 e per il quale si prevede una crescita continua del traffico (85 milioni nel 2044, +2,5% l'anno): un boom da bilanciare con un adeguamento delle infrastrutture. Lo sviluppo dell'aeroporto messo nero su bianco con il masterplan da 6,4 miliardi fino al 2044 (che ha ottenuto il via libera Enac il 20 ottobre) si realizzerà su due binari.
Da una parte, ci sarà il potenziamento della parte a Sud con investimenti per circa 1,6 miliardi (1,4 a Fiumicino, il resto a Ciampino) entro il 2021 mirato ad arginare il rischio "saturazione"e ad elevare il livello dei servizi: il congestionamento nei periodi di picco, infatti, già oggi crea disservizi, senza considerare gli imprevisti (si pensi al caos in piena stagione estiva legato al rogo del maggio scorso). Tra le opere incluse c'è anche la quarta pista di volo, non ancora autorizzata, che rappresenterebbe il primo passo del successivo ampliamento.
Dall'altra, invece, si guarda all'espansione verso Nord (Fiumicino 2), che punta al "raddoppio" della capacità, con la realizzazione di una nuova aerostazione. Nella fase 2, al 2028, e nella fase 3 del piano, al 2044 che dovranno superare tutti gli step autorizzativi ambientali ed urbanistici (è d'obbligo, quindi, la cautela) si prevede di spendere 5 miliardi, equamente distribuiti. Solo nel 2015 sono stati investiti a Fiumicino più di 310 milioni.
Appena concluso il rifacimento della pista 3 (72 milioni), mentre sono stati confermati il completamento dell'ex molo C per il 2016 (circa 300 milioni), rinominato area imbarco E ed F su cui ci sarebbe l'interesse della nuova Alitalia targata Etihad, che punta a un terminal dedicato-e l'intenzione di accelerare peri lavori sul T1.
Per quanto riguarda, invece, gli aeroporti milanesi, secondo i dati Enac, degli investimenti previsti oltre 500 milioni fino al 2015 per Malpensa (410), dove c'è stato il completamento del terzo satellite del T1, e Linate ne sono stati realizzati meno del 60% (circa 300 milioni) : una frenata legata, tra 'altro, al congelamento della terza pista di Malpensa, bloccata dalla procedura di Via. Anche per i prossimi 5 anni, fino al 2020, gli investimenti sono in parte ridimensionati: ci saranno interventi per circa 570 milioni (rispetto agli 820 revisti). Di questi, più di 300 milioni riguardano Linate (restyling architettonico e servizi area terminal).
A Malpensa, hub nazionale per le merci (470 mila tonnellate nel 2014), si gioca la partita cruciale per il cargo, investendo la parte maggiore dei circa 270 milioni destinati allo scalo. Discorso diverso per Venezia, dove c'è stato un rilancio degli investimenti. Riconfigurando, al rialzo, gli interventi previsti sia per il periodo in corso (entro il 2016) che per i 5 anni successivi: oltre 660 milioni totali (di cui 200 spesi finora) spalmati sui due periodi.
Tra le opere in corso ci sono: l'ampliamento dell'aerostazione, una centrale di rigenerazionee il percorso meccanizzato "moving walking way". Per gli altri aeroporti italiani, da Nord al Sud - come detto - si prevedono nel prossimo quadriennio (qui i programmi durano 4 anni, contro i 5 dei sistemi maggiori) investimenti per circa 1 miliardo.
Tra gli snodi principali ci sono: Bologna, dove tra 2016 e 2019 si spenderanno oltre 112 milioni per interventi su aerostazione, piazzali, vie di rullaggio; il sistema toscano - Pisa e Firenze - interventi (2015-18) per oltre 85 milioni; e Napoli (44 milioni su terminale infrastrutture volo). di Francesco Nariello - Fonte: IlSole24Ore