Il diktat di Franceschini
"Siamo partiti da una situazione complicata - esordisce, ricordando che l'ultimo decreto per il turismo risaliva al 2006 - e abbiamo dedicato questi mesi a mettere a punto una squadra operativa e a costruire un quadro di impegni, regole e norme che ci consentirà di lavorare bene".
Gli asset della strategia del Governo si concentreranno su 4 colonne portanti: la moltiplicazione dell'offerta turistica, il sostegno alla digitalizzazione, la qualificazione dell'ospitalità e la promozione. Quest'ultima vedrà l'Enit tornare protagonista, anzi, "strumento principale di una strategia di promozione univoca", per usare le parole del ministro, che affronta con risolutezza il tema della governance. "Bisogna finirla con questa concorrenza priva di senso tra singole Regioni - puntualizza -. Non pretendiamo che tutte le risorse dei territori confluiscano nell'Enit, ma deve esserci compartecipazione".
Si apre, quindi, un nuovo capitolo per l'Agenzia, la cui prima scadenza è fissata per il 30 novembre, quando il commissario straordinario Cristiano Radaelli dovrà presentare al ministro statuto e mission del nuovo corso. Tra le responsabilità, anche quella di potenziare l'appeal del Mezzogiorno.
"È assurdo che l'area con la maggior vocazione turistica del Paese non abbia capacità di attrazione", afferma il ministro commentando i dati sugli arrivi internazionali, che vedono uno share esiguo (15-20 per cento) per le Regioni del Sud. Confortanti, invece, i numeri complessivi del turismo internazionale, che ha fatto incassare al Paese un tesoretto di 33 miliardi di euro nel 2013, 1 miliardo in più rispetto all'anno precedente. - Fonte: TTG Italia (di Claudiana Di Cesare)