Il carrozzone Alitalia e le profezie di Cuccia
Leggi queste righe, e puoi serenamente pensare che siano uno stralcio della "due diligence" che i tecnici di Etihad stanno ultimando, prima di decidere se scucire la bellezza di 350 milioni per comprarsi tra il 40 e il 49% della nostra disastrata compagnia di bandiera. E invece queste parole sono di Enrico Cuccia. Solo che il grande vecchio della finanza italiana le scrisse da giovane. Questo brano è un estratto di "Uno studio su Alitalia", che il banchiere già in Mediobanca scrisse il 19 novembre 1973, e che ora è possibile consultare, insieme a molti altri inediti di Cuccia, nel bel volume "Promemoria di un banchiere d'affari", curato da Sandro Gerbi per Aragno. Quello che ti colpisce, al di là delle considerazioni del più potente e controverso banchiere della storia patria, è toccare con mano che già nel 1973 Alitalia era un carrozzone, improduttivo e inefficiente.
Quello che ti sciocca è leggere che già 41 anni fa lo Stato Pantalone si preparava a scucire soldi pubblici per colmare i buchi della compagnia, tanto che lo stesso Cuccia avvertiva, profetico: «Un programma che mirasse a trasferire sui contributi pubblici le perdite di una gestione resa inefficiente da considerazioni extra-economiche creerebbe un problema al normale svolgimento delle attività sui mercati...». A quasi mezzo secolo di distanza, nel pozzo nero di Alitalia sono finite decine di miliardi di euro pagati dagli incolpevoli contribuenti. Ma ancora non ci basta. La compagnia ha di nuovo il fiato corto, nonostante l'ossigeno concesso da Poste e banche in attesa di capire se va in porto l'accordo con gli emiri di Abu Dhabi e se cambia l'alleanza con Air France.
L'impressione, sgradevolissima, è che arabi e francesi stiano giocando una loro partita a poker sulla pelle della nostra compagnia aerea. Il governo Renzi è appena decollato, ma farà bene a mettere subito mano alla cloche in avaria di Alitalia. Il ministro Lupi ha incontrato venerdì il Ceo di Etihad, James Hogan. I problemi sono enormi: c'è la montagna di debiti, oltre 1 miliardo, e ora spunta anche la "collina" dei contenziosi, oltre 600 milioni. Sarà il caso di accelerare i tempi, prima che sia di nuovo troppo tardi. Persino Cuccia, che ne ha fatte e ne ha viste di tutti i colori, si starà rivoltando nella tomba. - Fonte: La Repubblica - Affari & Finanza (di Massimo Giannini)