Iata: «Un tampone light prima della partenza»
23 Settembre 2020
Tampone "leggero" obbligatorio per i passeggeri prima della partenza di ogni volo internazionale per scoprire se ci sono soggetti positivi al Coronavirus. La Iata, associazione mondiale delle compagnie aeree, ha lanciato ieri da Ginevra una proposta per eliminare le quarantene che _ ha detto il d.g., Alexandre de Juniac _ «uccidono il trasporto aereo, il traffico internazionale è diminuito del 92% rispetto al 2019 e non si sta riprendendo».
«L'unica alternativa possibile alle quarantene è un test antigenico sicuro, rapido, da fare poco prima del volo o in aeroporto». Secondo de Juniac questi dispositivi «possono essere disponibili entro ottobre». La Iata ne sta discutendo con l'Icao, l'organizzazione mondiale dell'aviazione civile e con alcuni governi. I governi devono essere d'accordo. L'esito del test sarebbe disponibile entro 15 minuti, il costo sarebbe fra 7,5 e 11 euro, dovrebbero pagarlo i
governi».
Meno invasivo del tampone classico (Pcr), il test antigenico viene fatto sempre attraverso il naso. La procedura è simile a quella applicata a Fiumicino per i test per chi arriva da Grecia, Croazia, Spagna e Malta, ora estesa alla Francia. Ma Iata chiede un test prima della partenza e per tutti, equipaggi compresi. Dal 16 settembre il test in partenza viene fatto da Alitalia su due voli al giorno da Fiumicino a Linate ai passeggeri, non alle hostess e steward. Aeroporti di
Roma, gestore di Fiumicino, sta promuovendo il test prima della partenza anche con altre compagnie e istituzioni, per voli di lungo raggio, soprattutto verso gli Usa.
«Il test non può essere fatto troppo prima della partenza, due giorni prima sarebbe troppo presto», ha osservato de Juniac. «Il test dovrebbe essere obbligatorio per i voli internazionali, sono questi i casi in cui ci sono quarantene, non i voli nazionali». «Rispetto ai 10 milioni di passeggeri al giorno prima del Coronavirus adesso ce ne sono un milione. Per crescere dovremmo arrivare a 4-5 milioni al giorno».
Un'altra proposta viene dalla Commissione Ue, un aggiornamento delle norme sull'utopistico «cielo unico europeo» (Ses). L'obiettivo è ridurre i consumi di carburante, i ritardi e tagliare fino al 10% le emissioni di CO2. Bisogna modernizzare la gestione, avere rotte «più dirette e con meno zigzag», ha detto la commissaria ai Trasporti, Adina Valean. Nel 2019 i ritardi sono costati 6 miliardi di euro.
Fonte = IL SOLE 24 ORE 23/09/20
«L'unica alternativa possibile alle quarantene è un test antigenico sicuro, rapido, da fare poco prima del volo o in aeroporto». Secondo de Juniac questi dispositivi «possono essere disponibili entro ottobre». La Iata ne sta discutendo con l'Icao, l'organizzazione mondiale dell'aviazione civile e con alcuni governi. I governi devono essere d'accordo. L'esito del test sarebbe disponibile entro 15 minuti, il costo sarebbe fra 7,5 e 11 euro, dovrebbero pagarlo i
governi».
Meno invasivo del tampone classico (Pcr), il test antigenico viene fatto sempre attraverso il naso. La procedura è simile a quella applicata a Fiumicino per i test per chi arriva da Grecia, Croazia, Spagna e Malta, ora estesa alla Francia. Ma Iata chiede un test prima della partenza e per tutti, equipaggi compresi. Dal 16 settembre il test in partenza viene fatto da Alitalia su due voli al giorno da Fiumicino a Linate ai passeggeri, non alle hostess e steward. Aeroporti di
Roma, gestore di Fiumicino, sta promuovendo il test prima della partenza anche con altre compagnie e istituzioni, per voli di lungo raggio, soprattutto verso gli Usa.
«Il test non può essere fatto troppo prima della partenza, due giorni prima sarebbe troppo presto», ha osservato de Juniac. «Il test dovrebbe essere obbligatorio per i voli internazionali, sono questi i casi in cui ci sono quarantene, non i voli nazionali». «Rispetto ai 10 milioni di passeggeri al giorno prima del Coronavirus adesso ce ne sono un milione. Per crescere dovremmo arrivare a 4-5 milioni al giorno».
Un'altra proposta viene dalla Commissione Ue, un aggiornamento delle norme sull'utopistico «cielo unico europeo» (Ses). L'obiettivo è ridurre i consumi di carburante, i ritardi e tagliare fino al 10% le emissioni di CO2. Bisogna modernizzare la gestione, avere rotte «più dirette e con meno zigzag», ha detto la commissaria ai Trasporti, Adina Valean. Nel 2019 i ritardi sono costati 6 miliardi di euro.
Fonte = IL SOLE 24 ORE 23/09/20