Astoi Confindustria viaggi
La qualità alla guida del turismo
News Turismo
I tumulti della Borsa non frenano l'outgoing cinese

I tumulti della Borsa non frenano l'outgoing cinese


Nessuna conseguenza dal deprezzamento dello yuan. Anzi, saranno sempre più i turisti che si recheranno all'estero

Il deprezzamento dello yuan, con annesso panico scatenato dalla Borsa di Pechino, non avrà conseguenze sull’outgoing della Cina. Anzi, il già positivo trend dell’anno scorso, con 117 milioni di persone uscite dai confini nazionali, dovrebbe proseguire la sua crescita anche in questo 2015. Come riporta Centreforaviation.com, la valuta cinese è tornata ad avere un rapporto sul dollaro ai livelli del 2012: l’aumentata disponibilità di voli aerei e il calo delle restrizioni sui visti possono fare la differenza.

Prospettive interessanti si aprono per i Paesi dell’area asiatica: Giappone, Corea, Thailandia ed Emirati Arabi. Un affare anche per i mercati di lungo raggio: Europa e Australia diventano più accessibili ai turisti di Pechino. Non altrettanto si può dire per gli Stati Uniti, a causa della forte interrelazione tra yuan e dollaro. Sarà bene quindi che anche l’Italia si attrezzasse per accogliere l’onda di turisti cinesi, in particolare i millenials e i lavoratori della classe media, la cui capacità di spesa negli ultimi anni è molto cresciuta.

Nel nostro Paese però si riscontrano procedure troppo onerose per il rilascio del visto, la carenza di personale che parla cinese e pochi servizi pensati per questo specifico target di turisti. Un fronte aperto su cui occorre lavorare. - Fonte: GuidaViaggi.it