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Ho deciso, parto col metasearch

Ho deciso, parto col metasearch

15 Luglio 2014

Che cosa sono? Gli aggregatori di diversi motori di ricerca. Che cosa fanno? Mettono insieme i risultati in arrivo da più piattaforme, li confrontano e li elaborano, quindi forniscono al navigatore online diverse soluzioni. È una concorrenza nuova, con la quale i siti tradizionali devono fare i conti: la guerra per accaparrarsi i clic dei viaggiatori è cominciata.

L'impennata

Secondo una ricerca, condotta dagli analisti di PhoCosWright sui consumatori del settore viaggi negli Usa e diffusa nel maggio scorso, in un mercato maturo come quello statunitense la percentuale degli utenti che visitano siti di agenzie di viaggio online è scesa dal 59% al 54% tra il 2010 ed il 2013. In parallelo è invece cresciuto il numero di quelli che utilizzano i siti di comparazione dei prezzi (dal 28 al 33%) e pure quello di chi consulta portali di recensioni (dal 28 al 36%). Il settore è in espansione, anche in Italia. Secondo una stima realizzata da Amadeus (fornitore di soluzioni It per i viaggi), da noi il mercato del turismo legato a Internet nel 2013 ha generato un volume d'affari di sei miliardi di euro. È un quarto dell'intera spesa degli italiani nella categoria. Il 53,1% degli acquirenti online italiani, più di uno su due quindi, ha acquistato su Internet almeno una volta un biglietto di viaggio o prenotato online una struttura turistica.

Lo dice una ricerca condotta nella seconda metà del febbraio 2014 per Amadeus da Netcomm-Human Highway, su un campione di 1.255 italiani maggiori di 15 anni che si connettono alla Rete almeno una volta a settimana. In totale, si parla di circa otto milioni e mezzo di persone. Il mercato promette d'ingrandirsi ancora, ma già ora le agenzie di viaggio online rappresentano il 54% del settore travel in Italia (dati 2012 elaborati Netcomm per Amadeus). Due anni fa, il leader nel nostro Paese era Priceline (con in pancia Booking), che da solo copriva il 39% del mercato. Poi venivano Expedia (che ha Venere) con il 29%, eDreams Odigeo con l'11% e Travelocity (Lastminute) con il 2%. Il panorama però potrebbe cambiare radicalmente proprio grazie agli aggregatori. Le principali agenzie di viaggi online, negli ultimi due anni, hanno fatto a gara per accaparrarsi i metasearch più promettenti.

Corsa alle acquisizioni

Expedia nel 2012 ha sborsato 477 milioni di euro per comprarsi Trivago, motore di ricerca di hotel nato nel 2003 in Germania. A far gola al big sono stati gli ottimi risultati del metasearch, che lo stesso anno aveva una previsione di fatturato pari a 100 milioni di euro, ma anche il suo database da 700 mila strutture in tutto il mondo. Obiettivo centrato: nel 2013, stando a una stima dell'Economist, Trivago e le altre piattaforme web nel bouquet di Expedia hanno portato nelle casse della società 39,4 miliardi di dollari di prenotazioni. Anche Priceline ha investito nel settore, comperando per la cifra record di 1,8 miliardi di dollari il metasearch Kayak. L'aggregatore, fondato nel 2004 da ex dipendenti di grosse società del settore (Expedia, Travelocity, Orbitz), ha così chiuso un anno da incorniciare: a luglio il debutto in Borsa e a novembre l'acquisizione. Così Priceline ha rafforzato la posizione e l'annodopo ha visto il valore delle prenotazioni salire a 39,2 miliardi di
dollari. Invece eDreams Odigeo ha iniziato a puntare sui metasearch solo l'anno scorso, assicurandosi l'aggregatore francese Liligo: un'arma in più per dar battaglia ai concorrenti.

Poi c'è la svizzera Bravofly Rumbo Group, che alla fine del 2013 ha completato l'acquisizione di Jetcost, metasearch francese. Il portale web di viaggi TripAdvisor, dal canto suo, ha comperato diverse startup nel settore viaggi (dal sito di prenotazione crociere CruiseWise al portale di case vacanze Niumba), ma il metasearch ha preferito svilupparlo in casa. Così, nel 2012, ha lanciato una funzione che permette di comparare i prezzi per le strutture recensite. L'aggregatore di voli Skyscanner, invece, è ancora fuori dal mercato. Fondato nel 2001 a Edimburgo, oggi punta ai mercati fuori dall'Europa: per questo, tra le 23 lingue disponibili sul sito, ci sono anche il cinese, il russo e il giapponese. Stando alle stime sul fatturato è la vera gallina dalle uova d'oro del settore. Secondo gli analisti, dai 65,8 milioni di dollari del 2012 è arrivato a 108 milioni l'anno successivo. E non ha nessuna intenzione di farsi comprare, anzi. Negli ultimi mesi ha acquisito una startup per la ricerca di hotel online, ha stretto una partenership con Sequoia Capital e ha raggiunto la valutazione di 800 milioni di dollari. Insomma, per i big un avversario da non sottovalutare. - Fonte: Corriere Economia (di Greta Sclaunich)