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Grazie agli arrivi stranieri il settore vede la ripresa

Grazie agli arrivi stranieri il settore vede la ripresa

01 Agosto 2014

Il settore - che negli ultimi anni ha subito contraccolpi, con la perdita di posizioni del nostro Paese nella classifica internazionale: siamo quindi, dietro a Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina - prova, dunque, a scuotersi. Le potenzialità ci sono. Già oggi la spesa per le vacanze è di 96,2 miliardi di euro e ogni mille euro di consumo turistico ne genera 727 di ricchezza prodotta. Pure gli occupati aumentano: a fine 2014 si prevede di toccare quota 63mila, con un incremento rispetto a fine 2013 del 14 per cento.

Restano, però, gli squilibri. Basti pensare che nel 2013 la spesa dei turisti stranieri in Italia è stata prodotta per il 60% in sole quattro regioni: Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana. «Questo è assurdo - ha commentato Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del turismo dopo aver assistito alla presentazione dei dati dell'Osservatorio -. Non è possibile che nel Mezzogiorno la spesa turistica straniera si fermi al 20% del totale». Sud e isole hanno, infatti, le carte in regola per attirare visitatori, considerato che il turismo straniero apprezza soprattutto le città d'arte (fanno registrare il 49,8% delle presenze), il mare (23,7%) e l'enogastronomia (8,9%).

C'è, pertanto, molto da fare per dare sostanza alla ripresa in atto. «In questi mesi, dopo che le competenze del turismo sono transitate da Palazzo Chigi ai Beni culturali abbiamo lavorato - ha affermato Franceschini - per definire la squadra. Ora si tratta di mettersi all'opera per qualificare l'ospitalità, differenziare l'offerta, promuovere tutti insieme il sistema Paese, eliminando la concorrenza che finora c'è stata tra Regione e Regione, un modo di fare privo di senso».

Obiettivi in parte messi nero su bianco nel decreto cultura, convertito in legge lunedì scorso e che ora aspettano di essere tradotti in pratica. Franceschini ha fatto riferimento al credito d'imposta del 30% per la digitalizzazione delle strutture ricettive e a quello per la ristrutturazione degli alberghi. C'è poi la norma sulle start up considerate innovative se in grado di promuovere l'offerta turistica attraverso le tecnologie; quella sui distretti turistici dove realizzare progetti pilota; sugli itinerari ciclabili, pedonali, fluviali, mototuristici, ferroviari ed equestri da realizzare anche concedendo ad associazioni e cooperative che impieghino giovani fino a 40 anni di età beni pubblici, come fari, stazioni, case cantoniere, caselli. E ancora, ci sono le nuove regole che semplificano l'avvio di attività turistiche assoggettandole alla segnalazione certificata di inizio attività (la Scia).

Su tutto la regia dell'Enit, anch'esso in fase di profondo rinnovo. Ora è nella mani di un commissario (Cristiano Radaelli) ed entro novembre dovrà darsi un nuovo statuto. Ma già si conoscono le competenze, perché indicate nel decreto legge fresco di conversione: Enit dovrà potenziare il portale Italia.it, prima sotto la supervisione dell'Aci; occuparsi anche di made in Italy in collaborazione con le Regioni (in attesa, ha spiegato Franceschini, che giunga in porto la revisione del Titolo V della Costituzione); lavorare alla promozione, considerato che Promuovi Italia è stata posta in liquidazione.

Le performance

96 miliardi

La spesa annua generata

Da Rapporto dell'Osservatorio nazionale sul turismo emerge che il settore ha generato una spesa totale nel 2013 di 96 miliardi: di cui 63 relativi ai turisti italiani e 33 da stranieri

60%

Spesa estera in 4 regioni

Sono Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana a racimolare circa il 60% della spesa dei turisti esteri in Italia. Sempre secondo il rapporto, al Mezzogiorno andrebbe solo il 13% della spesa estera

70 miliardi

La ricchezza generata

Secondo i dati dell'Osservatorio, considerato che 1000 euro di consumo turistico generano 727 euro di ricchezza, il turismo produce 70 miliardi di ricchezza l'anno - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Antonello Cherchi)