Governo Draghi, incognita Ristori 5
Un nuovo round di aiuti a fondo perduto a prescindere dal codice Ateco, il bonus partite Iva, la proroga della cassa integrazione. Sono alcune delle misure a supporto di imprese e lavoratori, rimaste al palo insieme al loro attesissimo contenitore: il decreto Ristori 5 che il governo Conte non ha fatto in tempo a varare.
Toccherà ora a SuperMario, il premier incaricato Mario Draghi, occuparsi di questo e di altre patate bollenti sul tavolo di Palazzo Chigi. E non è detto che l’impianto del Ristori 5 resti uguale a com’era stato concepito e parzialmente annunciato dal ministro uscente dell’Economia Roberto Gualtieri. Una cosa è certa: i tempi di un nuovo provvedimento-tampone legato all’emergenza Covid, prima previsto a gennaio, si allungheranno ancora e ancora. Un ritardo doloroso che, sommato alle lungaggini nell’erogazioni di fondi e prestiti garantiti, soffoca le aziende più colpite dalla crisi, restringendone gli orizzonti.
L’Italia soffre e, a scanso di nuovi imprevisti, toccherà a Draghi curarla nel più breve tempo possibile. Con quali strumenti, però, non è ancora dato saperlo.
Certamente, il futuro presidente del Consiglio ha ben presente la situazione delle imprese italiane, tanto da essere stato tra i primi a lanciare l’allarme. «Le autorità devono agire urgentemente. Siamo sull’orlo del precipizio in termini di solvibilità, specialmente per le piccole e medie imprese, con i programmi di sostegno in scadenza e il patrimonio esistente che viene eroso dalle perdite», aveva dichiarato Draghi a dicembre scorso, nell’ambito della direzione del Group of the Thirty (anche detto G30), il think tank di consulenza su questioni di economia monetaria e internazionale. «Il massiccio aiuto in termini di liquidità e la confusione causata dalla natura senza precedenti di questa crisi ne stanno mascherando le vere dimensioni», aveva aggiunto.
Se nulla trapela sul cosiddetto Ristori 5, c’è chi azzarda l’ipotesi di un netto cambio di marcia sul Recovery Plan, il documento per accedere al Next generation EU, il fondo europeo per la ripresa, nella cui bozza è presente anche il capitolo Turismo e Cultura 4.0 analizzato in questo articolo.
L’ex presidente della Bce, stando a quanto scrive Il Messaggero, potrebbe decidere di prevedere “più spesa per la sanità, più investimenti per la ripresa. Con due priorità trasversali: i giovani, prime vittime dello choc pandemico con l’obbligo morale di accompagnarla al futuro, e la sopravvivenza delle imprese”. Di fatto, Draghi avrebbe in testa “uno sfoltimento e una semplificazione: un documento asciutto, articolato in pochi punti di azione, scanditi da un cronoprogramma preciso e coperture puntuali”. Un piano per il rilancio del Paese, più che un pianerottolo.
Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 04/02/21