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Goa cerca partner italiani

Goa cerca partner italiani

La destinazione indiana vuole promuoversi indipendentemente ora che l’ente nazionale del turismo chiude le sedi, concentrando i mercati

Riposizionarsi sul mercato del turismo invocando la diversità dell’offerta, con pochi segni distintivi, ma ricca di tutto un po’: questo intende fare Goa, il più piccolo stato dell’India, 450 anni di colonizzazione portoghese alle spalle e la fama, oggi ricordata a malavoglia in verità, degli Anni Settanta quando era meta degli hippy, attratti dalla cultura indiana e da costumi libertini, in cerca di una via spirituale lungo l’asse cosiddetto “Hippy trail” tra Europa ed Asia.

In visita a Milano, il segretario del turismo e dei trasporti, Sheo Pratap Singh, spiega che “i turisti sono 750mila all’anno, su 10 milioni totali dell’India; si fermano in media dai 4 ai 7 giorni, in un territorio piccolissimo, di appena 3mila500 chilometri quadrati, ineguagliabile per diversità di proposte di svago, cultura, relax”.

Spiagge sconfinate come Colva (24 chilometri) e bellezze naturali come le cascate Dudhsagar con la ferrovia che ci passa davanti ne fanno senza dubbio una destinazione indiana da tornare ad esplorare, con qualche risultato già consolidato sul mercato russo, ad esempio. “Abbiamo molti voli charter da Mosca – spiega il direttore dell’ente di promozione Gtdc, Gavin Dias -. Sole, spiagge e birra sono le tre parole chiave del turismo dalla Russia, ma siamo anche una destinazione per gli inglesi che vogliono svernare in un clima mite e sicurezza garantita. Grazie al visto elettronico e all’incremento dei voli, gli arrivi complessivi crescono del 12-15% ogni anno”.

Con la chiusura degli uffici del turismo in diversi Paesi, non in ultimo quello italiano che si è trasferito a Francoforte, lo Stato di Goa spiega di volere promuoversi in maniera autonoma. “Sul nostro sito Goa-tourism.com – continua il manager di Gtdc, Goa tourism development corporation -, si possono prenotare tour, hotel e pacchetti. Questa modalità ci permette di programmare attività di marketing diretto sulla base dei dati che raccogliamo dai visitatori”. Indispensabile la collaborazione con gli operatori, verso i quali l’ente assicura collaborazione di marketing: “Se i tour operator italiani vogliono organizzare visite di conoscenza li ospitiamo e saremo al Wtm di Londra per stabilire le partnership”, conclude Dias. p.ba. - Fonte: Guidaviaggi.it