Gattinoni: «La Casa comune? Niente politica, ma progetti»
Nel proseguire la sua riflessione-sfogo Gattinoni ha precisato: «È risaputo da tantissimo tempo che occorre avere associazioni più rappresentative e concrete per portare avanti una serie di problematiche anche legate al turismo ormai obsolete, e che la miriade di associazioni, tutte autoreferenziate e non più impegnate sulle vere problematiche relative al settore, non riescono più a dare delle risposte. Ma questo dura ormai da anni e anni. La mia posizione era ed è chiarissima».
Dunque amareggiato e seccato Franco Gattinoni, per ciò che non si sta facendo: «Io stavo cercando di unificare le associazioni di rappresentanza e distribuzione in Confcommercio, quindi delle agenzie singole e dei network che sono comunque composti da agenzie. Sappiamo tutti e siamo contenti di questo che Confindustria ne rappresenta la maggioranza. Le aziende, le agenzie, hanno degli interessi di rappresentanza che devono essere effettivamente il valore delle associazioni. Invece le associazioni ormai stanno seguendo solo degli interessi autoreferenziali e politici. Anche alla Bit abbiamo fatto l ennesimo incontro tra AiNeT, Federviaggio e Fiavet per poter arrivare a un associazione unica, almeno nella parte di Confcommercio. Ma mentre AiNeT ha una posizione chiarissima, Federviaggio comunque segue una progettualità di distribuzione, anche se al proprio interno ha qualche realtà diversa, ma è disposta a essere visibile proprio come associazione della distribuzione quindi delle agenzie e a rinunciare a portare magari altre realtà che sono in Confindustria».
«Da parte sua Fiavet, ogni volta che si siede al tavolo, di fatto poi deve sempre portare al proprio interno quanto discusso e non riesce mai ad arrivare a una conclusione. Ogni volta, la posizione delle persone con cui noi parliamo è di disponibilità, ma poi di fatto, internamente ognuno dei vari presidenti regionali fa altro. Così facendo non si riesce ad arrivare a una conclusione».
«Leggo su L Agenzia di Viaggi che l attenzione internamente a Fiavet è quella di sapere chi sarà il prossimo presidente. Ma cosa importa! Non possiamo più perdere tempo. Quello che mi dispiace maggiormente ha puntualizzato Gattinoni è che, per quanto riguarda il sottoscritto, non stiamo chiedendo alcuna posizione nell associazione. Io sono presidente di AiNeT, ma non mi proporrò come presidente della nuova associazione, quindi c è anche lo spazio, per chi vuole, di mettersi in mostra. A noi di AiNeT interessa il progetto, interessa affrontare alcune problematiche legate a tutto il mondo del turismo e, nella parte distributiva in Confcommercio e in quella di produzione in Confindustria, potremmo poi andare insieme al ministero del Turismo, a parlare con ulteriori rappresentanze politiche, a portare un progetto comune e serio per sviluppare le tematiche che abbiamo sul tavolo».
Poi Gattinoni ha aggiunto: «Negli ultimi quattro anni non si è affrontata una che sia una cosa seria. Mai... Tra l altro, vedo delle dichiarazioni che dipingono AiNeT come un associazione quasi commerciale più che rappresentativa. Chi l ha detto forse è meglio che si guardi un attimo& perché se è stato fatto qualcosa di serio negli ultimi due anni l ha fatto AiNeT, non ultimo lo United for Egypt insieme con Astoi, che ha messo insieme un po di idee importanti».
C è poi una battuta di Gattinoni sull acronimo FAF (Fiavet, AiNeT, Federviaggio), ma va subito chiarito che quella sigla era ed è solo il frutto di una abbreviazione giornalistica di comodo e non l idea di qualche personaggio delle associazioni ascoltate nei giorni scorsi.
La più grossa delusione per Gattinoni, però, è un altra: «Le associazioni, oggi, sono ancora più vecchie della politica. Questa è realtà. Le associazioni in Italia sono da rivedere, assolutamente, nel turismo e in generale, lì siamo ancora nell 800 mentre abbiamo passato da tempo il Duemila. Personalmente io ci sto dedicando parecchio tempo e ho anche dato disponibilità per un rinnovo del mandato in AiNeT che non volevo proprio per dare un contributo a unificare e creare una vera associazione. Al contempo, avevo messo a disposizione la sedia, perché io non mi sono presentato e non mi presenterò come presidente della nuova associazione, quindi c è spazio anche per chi vuole avere visibilità».
«Personalmente e come AiNeT ha chiarito Gattinoni ci interessa soltanto trovare un associazione che possa andare a discutere ed essere riconosciuta dalla realtà economica. Non possiamo sempre lamentarci, dobbiamo anche fare. Però deve esserci la volontà di fare. I prossimi passaggi sono già in atto, ci siamo visti qualche giorno fa e ci è stato detto che ormai l accordo c era e che entro maggio avremmo concretizzato, poi leggo che qui ognuno fa quello che vuole& Presumo, quindi, che debba esserci ancora un insieme di chiarimenti e argomenti da rivedere».
C è poi una precisazione che Gattinoni ha sottolineato con estrema chiarezza: «Noi abbiamo fatto pressione su Federviaggio perché identificasse l associazione come area coesa della distribuzione, questo per non andare a creare problemi nell altra associazione, quella di Confindustria, e loro l avevano accettato. Avevamo chiarito con loro che ci sono veramente tante cose di cui abbiamo bisogno di discutere: sentiamo ad esempio parlare di tasse che non vengono rimborsate, lo diciamo in molti ma nessuno lo affronta a livello globale, rimane solo una notizia da scrivere sul giornale per riempirsi la bocca. Di fatto, nessuno ha la forza di poter affrontare queste argomentazioni importanti. Sapete cosa rappresenta, questo, in termini economici? Cifre che uno non se ne accorge neanche. Le compagnie ora fanno dei bilanci con le tasse che non vengono rimborsate».
Infine Gattinoni ha spiegato con dovizia di particolari l attuale situazione nell universo turismo di Confcommercio: «Siamo arrivati ad avere nove consiglieri, tre per ognuna delle associazioni coinvolte, le rappresentanze locali le lasciamo a Fiavet& Il progetto è fatto ed è intelligente e secondo quel che ci hanno detto, dovremmo chiuderlo entro il mese. Un punto di partenza concreto ci farebbe ascoltare anche da chi sta sopra di noi. Invece non c è ancora ed è un peccato».
«Provo delusione perché c è bisogno di una rappresentanza, e mi piacerebbe che fosse una persona non io, perché faccio già altro capace di farlo e che si dedichi a quello. E sarebbe solo l inizio, perché dopo si comincerebbe a lavorarci meglio e le cose inizierebbero ad andare nel verso giusto. Oggi AiNeT rappresenta quasi i due terzi della filiera delle agenzie ed è una grande opportunità», ha concluso Franco Gattinoni. Di G.F. - Fonte: lagenziadiviaggi.it