Fuel surcharge, Bevacqua (Uftaa): «E ora basta con gli inganni»
No a speculazioni sul fuel surcharge: è la posizione che il past president dell’Uftaa, Mario Bevacqua, suggerisce di assumere al capo delegazione dell’Uftaa che il prossimo 10 febbraio prenderà parte alla riunione dell’Apjc internazionale, l’Air Passenger Joint Council, l’organismo che vede coinvolti esponenti delle compagnie aeree e delle agenzie di viaggi e operatori della distribuzione.
«Dovremo puntare i piedi – ha sottolineato Bevacqua – e fare fronte unico per indurre la Iata e le compagnie aeree a non proseguire nella politica tariffaria adottata finora che si è sempre tradotta in provvedimenti unilaterali, presi senza consultazione e spesso a danno delle agenzie di viaggi e degli stessi consumatori. Vale la pena ricordare che negli ultimi tre anni, caratterizzati da un forte calo del prezzo del petrolio, non è stato mai modificato al ribasso il fuel surcharge, generando guadagni per oltre 100 miliardi di dollari, tutti confluiti nelle casse dei vettori. Ora che ci sono stati i primi rialzi del prezzo petrolio, alcune compagnie aeree hanno già fatto dei ritocchi sul fuel surcharge».
La road map dell’Uftaa per l’immediato futuro è stata già condivisa da molte associazioni di categoria: occorre indurre tutte le compagnie aeree e la Iata ad adottare una politica tariffaria ispirata alla trasparenza.
«È bene ribadire, a tutela dei nostri clienti, che i vettori devono promuovere i prezzi finali e non le tariffe di lancio, spesso molto basse, prive di tutti quei supplementi e tasse che le fanno poi lievitare a dismisura. È ora di ribellarsi a un pricing ingannevole che crea spesso situazioni paradossali, come ad esempio sulle tratte nazionali (tipo Milano-Catania o Roma-Palermo) che arrivano a costare oltre 400 euro, quando per raggiungere Londra o Parigi si riesce spesso a spendere meno di 100 euro. Purtroppo paghiamo lo scotto di una categoria spesso disunita. E oggi poi sappiamo tutti che nel mondo della distribuzione ci sono i grossi consolidatori di Iata che fanno il gioco delle compagnie aeree, perché hanno già siglato accordi con loro. Credo che anche i vari movimenti dei consumatori dovrebbero affiancarci in questa sacrosanta battaglia contro il fuel surcharge e contro certe ingannevoli pubblicità tariffarie», conclude Bevacqua. - Fonte: L'Agenzia di Viaggi.it