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Fiavet & company: la  casa comune  può aspettare

Fiavet & company: la  casa comune può aspettare

21 Febbraio 2015

È iniziato anche il countdown per il rinnovo dei vertici Fiavet. L'attuale presidente Fortunato Giovannoni, che secondo una notizia diffusa nei giorni scorsi non si ripresenterebbe, ha deciso di prendere tempo per testare gli umori all assemblea elettiva fissata per il 29 maggio. Nel frattempo è partito, inevitabile, il toto-presidente. In pole position appaiono Massimo Caravita, già indicato dall associazione regionale dell Emilia Romagna, e Andrea Costanzo, presidente di quella Fiavet Lazio che da sempre rivendica un ruolo di primo piano. Ma entrambi glissano sulla loro candidatura, e non si sbottonano sulla sigla unica.

Di conseguenza si alimentano le ipotesi: in casa Fiavet c è chi sostiene che la  casa comune è un bene perché, finalmente, rappresenterebbe tutta la filiera, e chi invece non si sbilancia sulla fattibilità del progetto, facendo presente che mentre la Fiavet è un organismo sindacale di una specifica categoria, Federviaggio è più trasversale, e AINeT, addirittura, non raggruppa imprese, ma svolge una rappresentatività indiretta molto vicina a interessi più commerciali che sindacali.

Una sigla omnicomprensiva?

Ma l affaire FAF (Fiavet-AINeT-Federviaggio) si ingarbuglia perché, sempre in questi giorni, c è chi  vicino a Fiavet  all ipotesi della sigla unica reclama una consultazione della  base ; chi richiede esplicitamente una assemblea straordinaria per approvare un passaggio epocale che nessuno può prendersi la responsabilità di compiere con una firma; e ancora chi ricorda come esista un passaggio obbligato che riguarda modifiche di statuti.

A tagliar corto e a far stare tutti con i piedi per terra c è la realtà dei fatti: ad oggi la  casa comune non esiste e, qualora dovesse essere realizzati, c è chi giura che saranno tutelate immagine e attività delle singole sigle. Avanza l idea di una sigla omnicomprensiva utile solo per attività di comunicazione (media e uffici stampa) e di interlocuzione con le istituzioni.

Dall esterno, comunque, una grande federazione turistica in Confcommercio potrebbe generare tre enormi vantaggi, vista l attuale delicata situazione economico-operativa: una maggiore massa critica nelle relazioni istituzionali; un possibile abbassamento delle quote associative (per la gioia di tutti); e una condivisione di consulenze legali e fiscali di grande efficacia. Ma le bocche rimangono tutte ben cucite.

Appuntamento quindi a metà marzo (dopo le elezioni Confcommercio) o forse a fine maggio (dopo le elezioni Fiavet). Comunque sia l affaire FAF può aspettare. Di Andrea Lovelock - fonte l'Agenziadiviaggi.it