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Ferrovie dello Stato, prossima fermata l'Europa

Ferrovie dello Stato, prossima fermata l'Europa

27 Marzo 2014

Cercando di lasciarsi alle spalle le polemiche sui compensi dei manager pubblici, Mauro Moretti ha presentato il nuovo piano industriale di Fs, rivendicando quanto di buono è stato fatto. E quanto intende fare. Sicuramente fino al 2015, quando scade il suo mandato. Poi si vedrà. Un risanamento industriale che descrive con orgoglio come «una piccola bella storia italiana, frutto della fatica e del lavoro di tanti ferrovieri, di cui io sono solo portavoce pro tempore». Fin qui le parole, poi ci sono i numeri. Il piano industriale al 2017 prevede investimenti per 24 miliardi, di cui 8,5 miliardi di autofinanziamento e 3 miliardi destinati al trasporto pubblico locale. Finanziariamente, la promessa è di aumentare i ricavi del 3,5 per cento annuo (per arrivare a 7 miliardi nel 2017)e del 4,6 per cento gli utili (a 528 milioni).

Una crescita che sarà sostenuta non solo con ulteriore miglioramento della rete e dei collegamenti ad Alta velocità e lunga percorrenza, ma anche aggredendo nuovi mercati. In Italia, partecipando alle prossime gare sul trasporto pubblico su gomma. All'estero, entrando nei mercati liberalizzati e non soltanto nel trasporto merci. «Ricordo che l'Italia è uno dei mercati più aperti, nella Pianura padana ci confrontiamo con i cinque maggiori gruppi europei. Chi dice che non c'è concorrenza nel nostro paese non so di che cosa parli». Al governo, lancia però, un avvertimento: «Bisogna che si rilancino gli investimenti per la rete del sud Italia, altrimenti non si capisce cosa stiamo qui a fare».

A proposito di sfide, Moretti si gode quella sulla Milano-Roma. «Ryanair, il nostro primo competitor, è già uscita da questa rotta; Easyjet, dopo essere entrata, l'ha ridotta; lo stesso credo farà Alitalia». «Il nostro maggior competitor - ha aggiunto Moretti - sono gli aerei, non Ntv che non ha il nostro stesso numero di treni diretti su questa tratta e non credo li aumenterà, al contrario di noi».

Numeri che potrebbero convincere anche il mercato in caso di quotazione in Borsa. Ma è un punto su cui Moretti si limita a ribadire che «l'azionista ha di fronte a sé più di una opportunità». Ma fonti finanziarie riferiscono che la società potrebbe essere quotata attorno a una cifra che la valorizzerebbe intorno a 12 miliardi. In pratica, se venisse collocata a Piazza Affari una quota vicina al 50%, come pare abbia suggerito Moretti al premier e al ministro Giancarlo Padoan, l'incasso per lo stato potrebbe aggirarsi sui 6 miliardi. - Fonte: La Repubblica (di Luca Pagni)