Faro Ue su Alitalia-Etihad per presunti aiuti di Stato
Gli uffici del commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, hanno espresso i loro interrogativi in una lettera inviata al governo il 24 giugno, resa nota dall'Agi. Entro il 22 luglio da Roma dovrà partire la risposta. Tutto questo mentre l'accordo tra Alitalia e la compagnia degli Emirati Arabi Uniti non è ancora stato perfezionato. Malgrado l'annuncio congiunto fatto il 25 giugno, mancano ancora due elementi chiave perché si possa chiudere l'intesa che consegnerebbe il 49% e il controllo di fatto della "nuova" Alitalia agli emiratini. Quello che manca è l'accordo con le banche sul taglio del debito di 560 milioni di euro chiesto da Etihad (non sono d'accordo Popolare di Sondrio e Mps, ciascuna creditrice per circa 90 milioni) e l'accordo con i sindacati sui tagli al personale. Il piano di Etihad prevede una riduzione di 2.251 addetti. Gli emiratini vogliono che gli esuberi lascino definitivamente la società.
Sembrano più disponibili ad accettare il sacrificio Intesa Sanpaolo e Unicredit, le banche più esposte. Il presidente del consiglio di gestione di Intesa, Gian Maria Gros-Pietro, ieri ha detto: «Alla fine l'accordo si troverà, il problema non sono le banche». L'accordo preliminare tra Etihad e Alitalia prevede che un terzo dei 560 milioni di debiti finanziari considerati in eccesso da Etihad vengano cancellati, due terzi convertiti in azioni di Alitalia-Cai. Le banche riceverebbero carta che acquisirà valore se un giorno la nuova compagnia, che sarà controllata da Alitalia-Cai con il 51%, farà degli utili, il piano lo prevede nel 2017.
Adesso sul tavolo del governo, oltre alla questione esuberi che vede il no di parte dei sindacati a licenziamenti, c'è la lettera dei servizi per la Concorrenza di Bruxelles. Secondo l'Agi, la lettera ha come oggetto il «presunto aiuto di Stato ad Alitalia». Il primo punto «ancora da chiarire» riguarda l'ingresso di Poste, società statale, che ha versato 75 milioni in dicembre nel piano di salvataggio di 300 milioni a favore di Alitalia. Poste, all'epoca guidate da Massimo Sarmi, hanno ottenuto il 19,48% del capitale e sono così il secondo azionista della compagnia, dietro Intesa che ha il 20,59. Poste ha inoltre ottenuto due posti nel consiglio di amministrazione, su 11 componenti. Alitalia, che nel bilancio 2013 non reso noto dalla società ha perso circa 560 milioni, su ricavi di 3,5 miliardi, continua ad avere conti in rosso anche quest'anno.
La commissione Ue chiede vari documenti. Il primo è «una versione completa e non oscurata» del verbale del cda Alitalia dell'11 ottobre 2013 quando fu deciso l'aumento di capitale con l'intervento di Poste. Viene chiesta anche «una copia della fairness opinion predisposta dal Credit Suisse» che aveva assegnato ad Alitalia, prima della ricapitalizzazione, un valore tra zero e 150 milioni. I soci avevano quindi fissato il valore a 50 milioni. I servizi di Almunia chiedono inoltre di «fornire un aggiornamento sulle negoziazioni e discussioni tra Alitalia e Etihad», mostrando interesse al progetto di concentrazione anche sotto il profilo Antitrust. Bruxelles sta valutando anche se è rispettato il regolamento europeo che sancisce l'obbligo di un controllo, non solo di diritto ma anche di fatto, da parte di soggetti comunitari. Altrimenti Alitalia non potrebbe essere considerata una compagnia Ue e perderebbe i diritti di volo. Intanto, indipendentemente dall'accordo con Alitalia che avrà tempi lunghi, Etihad metterà un volo giornaliero da Roma ad Abu Dhabi, a inaugurarlo il 16 luglio verrà l'a.d., James Hogan. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Gianni Dragoni)