Expo, Squinzi attacca. Venti milioni di turisti previsione ottimistica
Ma è proprio sulla previsione che è sempre servita a disegnare le aspettative, che è calato il gelo di Giorgio Squinzi: «Venti milioni di visitatori in 180 giorni mi sembrano una previsione ottimistica», ha dettato il presidente di Confindustria a SkyTg24. Che, comunque, teme i contraccolpi sulla città: «Da milanese sono preoccupato per la capacità di Milano di assorbire l'impatto di più di 100mila persone al giorno, a partire dalle infrastrutture, che non sono adeguate». Allo scetticismo del numero uno degli industriali, però, risponde Maurizio Martina, il ministro all'Agricoltura che ha la delega a Expo: «Noi lavoriamo pancia a terra per raggiungere l'obiettivo dei 20 milioni, che è fissato da anni. Se tutti lavoriamo e facciamo ciascuno la nostra parte arriveremo al traguardo». Anche se però, rilancia Martina, «vorrei che il presidente Squinzi valutasse che aver già venduto 5,5 milioni di biglietti non è scontato».
Non sono solo i turisti del 2015, però, a sollevare i dubbi degli industriali. Quello di Squinzi è insieme un affondo e un (ultimo) appello. All'Expo, Confindustria dice di continuare a credere. «Certo si poteva fare di più - ha aggiunto - si sono persi cinque anni senza entrare nell'operatività vera. Adesso siamo in zona Cesarini». Quando mancano poco più di 200 giorni all'apertura, dice, «bisogna impegnarsi a fondo». E molte aspettative sono rivolte a Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione: «Sono convinto che con la sorveglianza di Cantone si possa arrivare al traguardo: ha le idee molte chiare e si sta impegnando nella direzione giusta per evitare gli abusi», dice Squinzi.
Proprio Cantone, questa settimana, dovrà ricevere gli ulteriori chiarimenti chiesti alla struttura del Padiglione Italia guidato da Diana Bracco. Al centro, ancora una volta, c'è l'Albero della vita, la tormentata installazione che, finora, è riuscita a sollevare solo dubbi su procedure e compensi. Il commissario Sala ha fatto una proposta per uscire dall'impasse: prendere in mano la questione e salvare l'opera con un progetto più semplice che possa terminare in orario e meno costoso. In realtà, in questo momento, è l'intero padiglione a essere in difficoltà: i lavori del cardo, ad esempio, sono in ritardo e quelli del Palazzo Italia non possono perdere neppure un giorno. Proprio per non appesantire la corsa, dopo l'avviso di garanzia che ha ricevuto per un'indagine che ruota attorno alle Vie d'acqua, il responsabile del cantiere Antonio Acerbo è stato confermato. Ma questa soluzione potrebbe essere «provvisoria», come l'ha definita lo stesso Cantone. - Fonte: La Repubblica (ed. Milano) (di Alessia Gallione)