Expo priorità del governo
Confermata dunque la ricapitalizzazione della società dell'evento universale, con i 60 milioni che il governo dovrà versare al posto della Provincia di Milano (diventando così l'azionista di maggioranza). Confermata anche la volontà di stanziare risorse per migliorare e intensificare il trasporto pubblico locale. «Porteremo avanti gli impegni già presi dal governo Letta, inoltre per quanto riguarda i servizi, studieremo l'impatto della manifestazione sulla città e sulla regione e valuteremo la quantità di risorse da mettere a disposizione», ha detto ieri il ministro alle Infrastrutture Lupi. Finora si era parlato di 70 milioni aggiuntivi per il Tpl lombardo e milanese; ora il nuovo governo si è preso l'impegno di rivedere il reale fabbisogno.
La novità invece potrebbe essere il nuovo impegno dichiarato sul fronte della strada Rho-Monza, alla quale il precedente ministro all'Ambiente Andrea Orlando (oggi alla Giustizia) non aveva concesso totalmente la Valutazione di impatto ambientale ma chiesto di riaprire un tavolo di concertazione con gli enti locali per l'interramento dell'opera nel tratto di Paderno-Dugnano. Fatto, questo, che a Milano ha fatto ipotizzare un sostanziale stop alla realizzazione. Ieri Lupi ha dichiarato che il dossier verrà nuovamente preso in esame, come richiesto dal governatore Roberto Maroni, secondo cui «è inutile proseguire con questo balletto di autorizzazioni negate». Vedremo se il governo prenderà dunque una nuova decisione su quest'opera, del valore di 250 milioni (ancora da stanziare dalla società appaltante Serravalle) e ritenuta indispensabile per l'Expo e per il collegamento con il sito espositivo di Rho.
Il ministro Martina ha riepilogato le quattro aree di intervento del governo: «Ci occuperemo di potenziare gli eventi e le iniziative culturali; daremo supporto operativo alle dogane e all'Agenzia delle entrate per favorire l'adesione dei paesi ospiti; sosterremo la realizzazione delle infrastrutture e ci occuperemo di valorizzare e ampliare i contenuti dell'Expo, dedicato all'alimentazione e all'energia ecosostenibile».
Per quanto riguarda un nodo cruciale di questi giorni, il blocco al progetto delle vie d'acqua a causa dei forti contrasti con i comitati ambientalisti milanesi, il commissario Sala si è preso ancora qualche giorno per proporre un'alternativa. L'opera servirà a portare acqua al sito espositivo, ma la progettazione degli ultimi 12 chilometri andrà riscritta completamente, visto che le associazioni cittadine confluite nel movimento "No canal" si sono opposte al passaggio del canale dentro i parchi dell'area Sud Ovest della città. «Ci prendiamo ancora 10 giorni e poi faremo una proposta - ha detto Sala -. Intanto sul sito i lavori stanno procedendo, la pioggia ci ha rallentati e ora recupereremo aprendo i cantieri per 20 ore su 24, illuminando l'area».
Sala ieri ha spiegato anche cosa sta accadendo sul fronte dell'adesione dei paesi. «Il caso della Turchia, che ha annunciato la sua decisione di lasciare Expo Milano 2015 nonostante avesse già firmato il contratto di partecipazione, potrebbe non rimanere un caso isolato Potrebbero seguire anche quei paesi colpiti conflitti politici, come l'India, l'Ucraina, la Siria, il Mali e la Repubblica centro africana per problematiche di natura socio-economica. Ma nuove adesioni potrebbero sopperire alle possibili uscite. Proseguono le trattative con Stati Uniti, Sud Africa, Norvegia, Portogallo, Lussemburgo, oltre all'Argentina che ci ha detto che verrà ma solo se noi ci occuperemo di costruire il Padiglione». Ci saranno comunque almeno 130 adesioni (per ora siamo a 137) e 60 padiglioni. E intanto la diplomazia internazionale è al lavoro per recuperare la Turchia. - Fonte: Il Sole 24 Ore (di Sara Monaci)