Exploit al botteghino, con 5 milioni di biglietti si passa alla fase due
15 Agosto 2014
Il primo, simbolico, biglietto Giuseppe Sala l'ha voluto consegnare a Matteo Renzi. Ed è lì, con in mano il ticket da cui sbuca il faccione in stile Arcimboldo della mascotte Foody, che il premier ha rilanciato: «Dobbiamo darci un obiettivo in più, sarebbe molto bello arrivare a 10 milioni venduti entro l'inizio dell'evento».
Perché il (parziale) traguardo iniziale è già stato superato: Expo avrebbe voluto distribuire 4 milioni di ingressi prima dell'estate; l'asticella è già salita a oltre 5, quasi 5,5 per l'esattezza. È un primo traguardo raggiunto, quello che Matteo Renzi ora vuole superare. Raddoppiando entro l'apertura dei cancelli i cinque milioni di biglietti già distribuiti. Tagliandi venduti a fermo, come si dice in gergo, soprattutto a tour operator e organizzazioni turistiche varie che a loro volta dovranno conquistare clienti.
Ma per le casse della società poco cambia, visto che da quella rete gettata in mezzo mondo sono già arrivati 100 milioni di euro. Un risiko globale che in sette mesi ha portato gli uomini di Expo a viaggiare dalla Cina al Brasile, da New York a San Paolo. Un giro del mondo in 80 missioni e 3mila tour operator incontrati. Che continuerà. Come la corsa verso il 2015 che a settembre, quando inizierà la vendita al pubblico, farà partire un'altra sfida. Anche se, adesso, Giuseppe Sala vede l'obiettivo dei 24 milioni di ingressi (20 milioni i visitatori) e dei 500 milioni di introiti sempre più a portata di mano. È una strategia a cerchi concentrici, quella che ha studiato la squadra di Expo. Una campagna planetaria, condotta anche attraverso le ambasciate e l'Enit, divisa per aree geografiche. E, per ora, almeno sul fronte internazionale, la risposta è arrivata. Perché di quei cinque milioni di biglietti, tre sono stati distribuiti all'estero. «Siamo partiti dall'estremo Oriente - spiega Piero Galli, il manager a cui Sala ha affidato la gestione dell'evento - perché è in questi Paesi che, per esigenze di visti ad esempio, c'era la necessità di muoversi in anticipo». Ed è nel Far East che sono stati siglati gli accordi più pesanti. A cominciare dalla Cina: Expo attende un milione di turisti da Pechino, finora sono stati venduti 800mila tagliandi. E poi il Giappone, la Corea Sud, i mercati emergenti come la Thailandia.
«Abbiamo siglato un contratto di distribuzione per 20mila biglietti anche in Bangladesh e abbiamo un contatto persino in Pakistan», racconta Galli. In questa fetta di mondo, il manager include anche l'Australia: «Non partecipa a Expo, ma c'è un grande interesse per l'Italia». La seconda tappa è stata l'America del Sud (circa 300mila biglietti) e quella del Nord (quasi 500mila), dove «c'è ancora un potenziale da sviluppare», continua Galli. Con l'ultimo colpo messo a messo alla fine di luglio: 100mila ticket acquistati dal più importante tour operator del Sud America, forte soprattutto in Brasile. È attorno a un continente profondamente diverso che si dovrà stringere sempre di più il cerchio tracciato. Anche se per gli Stati Uniti, nazioni come l'Argentina o, dall'altra parte del globo l'Australia, si fa affidamento anche su un altro canale. Si chiama "Made of Italians" ed è il progetto (500mila i tagliandi già aggiudicati a diverse agenzie) che punta a (ri)portare in patria (o nella patria dei loro nonni e bisnonni) almeno un milione di italiani nel mondo. Dall'autunno, si passerà alla fase tre: l'Europa. E per l'Italia parte del lavoro è già stata impostata con la sigla, ad esempio, di contratti per canali di d di Alessia Gallioneistribuzione. Si seguirà una strategia diversa: «Sarà impostata molto più sull'online perché le stime ci dicono che il 60-70 per cento dei visitatori italiani e europei acquisteranno via Internet».
Di quei cinque milioni di mattoncini, due milioni sono già stati assicurati in patria. Come? I partner di Expo - da Coop che venderà 700mila biglietti alle casse dei supermercati a Banca Intesa che farà lo stesso ai propri sportelli - hanno prenotato blocchi importanti. Diverse prenotazioni, poi, sono arrivate da associazioni del terzo settore e dal mondo religioso (il Vaticano ha un padiglione e si spera nella visita di papa Francesco). E da settembre partirà anche la vendita "al dettaglio". I biglietti si potranno trovare su un sito che Expo sta creando ad hoc con tanto di numero verde e assistenza, all'Expo Gate di Cairoli e in infopoint sparsi per mezza Italia: dalle stazioni agli aeroporti fino alle città. Una rete che dovrà diventare capillare e a cui si aggiungeranno altri rivenditori.
Il 20-25 per cento dei 20 milioni di turisti, poi, acquisterà i ticket alle 109 casse di Rho-Pero e la società ha appena lanciato una gara per affidare questo servizio. Il costo dell'ingresso, in media, sarà di 22 euro, ma le combinazioni di prezzo saranno decine: dai 10 euro per le gite degli studenti ai 39 del valore massimo, fino ai pacchetti famiglia che potranno variare da 50 a 99 euro. Perché la cifra seguirà diverse variabili e cambierà a seconda della tipologia del visitatore, della data scelta (un giorno di picco costerà di più), se si prenoterà prima dell'inizio della manifestazione, se si sceglierà un'intera giornata o soltanto la sera - di Alessia Gallione - Fonte: La Repubblica - ed. Milano