Etihad ribatte a Bruxelles: siamo un'opportunità per l'Europa, non una minaccia
Per quanto riguarda le accuse di ricevere aiuti di Stato, rivolte ai vettori del Golfo dalle solite Air France-Klm e Lufthansa, Hogan rileva che «abbiamo ricevuto capitale di avvio, come fa ogni compagnia, ma negli Emirati Arabi non riceviamo aiuti di Stato, né carburante gratuito né tariffe aeroportuali ridotte». Le compagnie europee, ha detto Hogan, hanno al contrario beneficiato a lungo di aiuti di Stato, per un totale di 14,2 miliardi di euro. Il numero uno della compagnia emiratina ha poi sottolineato che senza le partecipazioni di Etihad, presente con quote di minoranza in tre compagnie europee (ha il 29,2% di Air Berlin, il 4,99% di Aer Lingus, il 49% di Air Serbia e sta finalizzando l'acquisizione del 33,3% di Darwin Airline) ci sarebbe una perdita di investimenti finanziari e di vantaggi da sinergie per le quattro partecipate. Inoltre, senza Etihad verrebbe a mancare un «investitore di salvataggio» per Alitalia e ci sarebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro, la chiusura di rotte, riduzione di voli e di gettito fiscale per i governi europei.
«Compagnie aeree stabili danno forti benefici economici e sociali», ha detto Hogan. «Etihad vuole impegnarsi con l'Europa». Il manager ha poi assicurato: «Comprendiamo il fatto che le compagnie europee abbiano i loro modelli di business, noi lavoriamo secondo le regole dell'Europa. Abbiamo un diverso modello di business per soddisfare requisiti differenti. Per crescere abbiamo bisogno di economie di scala. Non possiamo avere la dimensione dei competitor tradizionali, compresi gli altri vettori del Golfo, quindi abbiamo sviluppato una strategia di crescita attraverso le partnership». La strategia di Etihad, «è pro-competitiva. Una crescita collaborativa consente business sostenibili, e più offerta e convenienza per i clienti». - Fonte: MF (di Manuel Costa)