Etc, la guerra pesa sulla ripresa del turismo in Europa
Anche il turismo europeo intravede la luce a fine anno, seppur “incupito” dagli strascichi del Covid, dagli effetti del conflitto russo-ucraino e dallo spettro dei rincari. Per questo il rapporto trimestrale European Tourism Trends & Prospects della Etc – European Travel Commission prevede che il turismo europeo continuerà a riprendersi nel 2022, ma a un ritmo molto più lento di quanto precedentemente sperato.
Si prevede, infatti, gli arrivi di turisti internazionali in Europa saranno nell’anno del 30% inferiori al 2019, supportati soprattutto dai viaggi nazionali e a corto raggio. E se i viaggi nazionali si riprenderanno completamente, quelli internazionali torneranno ai livelli pre pandemia soltanto nel 2025.
In particolare il report Etc rileva come il conflitto in Ucraina e le sanzioni alla Russia abbiano spinto sull’acceleratore dell’inflazione, mentre il sempre più caro fuel potrebbe causare aumenti dei prezzi dei biglietti aerei. Tra i costi in crescita, quelli del cibo, che possono erodere la domanda dei consumatori e avere un ulteriore impatto sui viaggi in una serie di mercati. Inoltre, la chiusura dello spazio aereo russo, ucraino, moldavo e bielorusso alla maggior parte dei vettori dell’Europa occidentale avrà un impatto sulla connettività europeo-asiatica.
Per tornare al primo parziale consuntivo del trimestre gennaio-marzo 2022, nonostante rimangano negativi, i dati hanno mostrato che in tutte le destinazioni dichiarate, gli arrivi sono stati del 43% su base ponderata rispetto al 2019, con un miglioramento rispetto al calo del 60% osservato nel trimestre precedente. I rimbalzi più veloci sulla base dei dati a febbraio sono stati segnalati da Serbia (-11%), Turchia (-12%), Bulgaria (-18%), Austria (-33%), Spagna e Monaco (entrambi -34%) e Croazia (-37%).
Commentando questi primi numeri del 2022, Luís Araújo, presidente di Etc, ha dichiarato: «Nel corso della pandemia, il settore turistico europeo è diventato abile nell’affrontare incertezze e sfide. Mentre il settore si sta riprendendo dal Covid, va detto che le ricadute del conflitto russo-ucraino saranno significative. Per questo invitiamo l’Ue a continuare a fornire aiuti sufficienti e tempestivi al settore, in particolare alle destinazioni più dipendenti da Russia e Ucraina».
L’impatto della guerra, secondo gli analisti, potrebbe danneggiare principalmente destinazioni come Cipro, Montenegro, Lettonia, Finlandia, Estonia e Lituania, dove i russi hanno rappresentato almeno il 10% del totale dei viaggi in entrata nel 2019. Al di là dell’impatto sui visitatori, i turisti russi erano ospiti altospendenti. Qualche esempio? Nel 2019 la spesa russa ha contribuito al 34% della spesa totale in Montenegro, 25% a Cipro e 16% in Lettonia.
Guardando agli arrivi nella “destinazione Europa”, secondo l’Etc ritiene gli Stati Uniti rimangono tra i principali mercati lungo raggio con una crescita media annua ddel 33,6% nel quinquennio 2021-2026, con l’aumento più rapido osservato nel Nord Europa (+41,5%).
Sul fronte opposto, non ci sono stati segnali immediati di un ritorno del turismo cinese ai livelli pre pandemia. La Cina, che a Shanghai e in altre importanti città sta fronteggiando una nuova ondata della variante Omicron, è praticamente sparita dai bacini d’origine dei dei flussi tuiristici. Oltre la metà delle destinazioni europee ha registrato un calo di oltre il 90% degli arrivi di turisti cinesi rispetto al 2019.
Per effetto della guerra in Ucraina, poi, la ripresa dell’Europa orientale è stata posticipata al 2025, con gli arrivi che ora dovrebbero essere inferiori del 43% nel 2022 rispetto al 2019.
Su tutto un presentimento dell’Etc: il conflitto in corso potrebbe – il condizionale resta d’obbligo – influenzare il sentiment nei confronti l’Europa. Prova ne è quel 62% di viaggiatori Usa che, seppur propositivi, si sono detti “preoccupati” per un’escalation militare nel vecchio continente.
Fonte = L'AGENZIA DI VIAGGI 11/05/22