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Elezioni, i programmi sul turismo dei partiti

Elezioni, i programmi sul turismo dei partiti

A meno di un mese dalle elezioni politiche del 4 marzo, i maggiori partiti hanno presentato i loro programmi elettorali ma, al contrario di quanto accadeva in passato, il rapporto tra politica e turismo sembra essersi invertito. Prima ogni settore industriale e produttivo  – turismo incluso – aspettava i risultati per salire sul carro del vincitore, oggi invece il travel sembra essere al centro della attenzioni dei programmi elettorali per la prosisma legislatura. Sembra irrefrenabile la voglia di (pre)occuparsi di turismo, settore trainante dell’economia italiana, per i maggiori schieramenti politici che hanno elaborato così strategie e linee guida dettagliate come mai era successo nelle consultazioni precedenti.

Ed ecco che nei programmi del Movimento 5 Stelle, Pd, Liberi e Uguali, Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia, 10 Volte Meglio emergono tante idee, alcune misure concrete, altre irrealizzabili, e qualche provvedimento salutare che potrebbe davvero favorire un’accelerazione per posizionare l’industria al centro di un’efficace azione di governo.

MOVIMENTO 5 STELLE. Il ritorno del ministero del Turismo
Per il Movimento 5 Stelle (partendo dall’a premessache 1 miliardo di euro investito nel turismo genera 12mila posti di lavoro) c’è l’urgenza di una governance centrale ben integrata con altre amministrazioni strettamente connesse  – come trasporti e sviluppo economico  – che investa sul settore. Per fare questo il primo passo è il ritorno del ministero del Turismo, svincolato da quello dei Beni culturali. I passi successivi sono priorità operative: innanzitutto una promozione unitaria ma attenta alle specificità (per cui il M5S intende mettere a sistema i piani di produzione in materia turistica delle singole Regioni).

Secondo passaggio è quello di un fisco equo che non pesi più con l’incidenza di oggi nel comparto (2,5 miliardi di euro) con una rimodulazione della tassa di soggiorno attraverso un regolamento centrale che stabilisca modalità d’impiego degli introiti derivanti dall’imposta. La tassa di soggiorno, infatti, secondo i pentastellati guidati da Luigi Di Maio, deve essere applicata in modo proporzionale al prezzo della camera, risolvendo in modo oggettivo il calcolo da compiere. Tale meccanismo agevolerebbe i t.o. che riuscirebbero a pianificare pacchetti d’offerta con l’anticipo richiesto dalle leggi di mercato.

Altro passaggio fiscale fissato nel programma M5S è la riduzione dell’Imu e la rimodulazione della Tari sui rifiuti per gli immobili destinati all’ospitalità alberghiera e la riduzione dell’Iva dal 10 al 5% sui servizi turistici. Tra le altre proposte, l’istituzione delle Zone Franche Urbane nelle aree turisticamente depresse (sistema di agevolazioni e incentivi per rilanciare l’imprenditoria di settore e gli esercizi commerciali) e lo sviluppo del piano Albergo Diffuso e della Mobilità Dolce con particolare attenzione al turismo rurale e all’ecoturismo.

Infine, la proposta sul recupero del gettito fiscale tax free, attribuendo la procedura del rimborso Iva all’Erario invece che ad altri intermediari. Questi ultimi applicano commissioni fino al 30% ( 300 milioni l’anno), mentre l’Agenzia delle Entrate si manterrebbe sul 10%.

CENTRODESTRA. Focus su detassazione e sud
Nel capitolo turismo del programma condiviso da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia c’è un primo passaggio obbligato su fiscalità e promozione nazionale. Ovvero: la riduzione dell’Iva per le opere e gli interventi di edilizia, la detassazione degli investimenti in strutture ricettive, l’esenzione per queste strutture da Imu, Tasi, Tari, nel periodo di esecuzione dei lavori che impongono la chiusura dell’attività.
Altri punti del programma: detassare gli investimenti in digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico con un piano di interventi pubblici che coinvolga imprese e privati.

Molta attenzione anche al turismo nautico per dotare l’Italia di almeno 30 nuovi porti turistici a forte sostenibilità ambientale (agevolazioni fiscali in materia di autosufficienza energetica, consumo e trattamento dell’acqua, ancoraggi ecologici).

Un’ampia parte, inoltre, è dedicata al sud e parte dalla premessa che solo il 15% dei flussi dall’estero soggiorna nel meridione. Il programma del trio Berlusconi-Meloni-Salvini punta a rilanciare il turismo e i beni culturali partendo proprio dal Mezzogiorno e creando itinerari turistici interregionali tra le eccellenze (dalla Valle dei Templi di Agrigento ai Bronzi di Riace, da Pompei ai Sassi di Matera).

Il centrodestra, quindi, mettere in sinergia i siti turistici e culturali più rilevanti per creare il “Percorso nelle meraviglie del Sud dell’Italia”. Un’operazione che dovrebbe essere supportata da un piano di investimenti per rafforzare i collegamenti aerei dagli aeroporti del Sud.

PARTITO DEMOCRATICO. La sfida della continuità
Nel programma dei Cento piccoli passi del Partito democratico, il riferimento al turismo è trasversale. Le attività legate al settore sono stati tra i pilastri dell’azione governativa dei recenti esecutivi di centrosinistra targati Gentiloni, Renzi e Letta. Proprio l’operato del Mibact guidato da Dario Franceschini, infatti, fa da esempio per i progetti futuri. Tra le priorità c’è la volontà di proseguire con la politica del tax credit, che ha riscosso un buon successo tra le imprese turistiche. Rinnovato, poi, il binomio turismo-cultura, perché considerato vincente, come nel caso di Matera Capitale della Cultura 2019 che il Pd reputa opportunità di crescita per tutto il sud. Focus anche sul Grande Progetto Pompei, dando continuità alla riorganizzazione dei musei.

Un altro punto riguarda gli investimenti nelle infrastrutture e il progetto made in Italy (che vuole accompagnare le piccole e medie imprese nelle sfide dell’internazionalizzazione e di una rete di trasporti intermodali ed efficienti).

Il sostegno agli operatori, invece, è garantito dall’estensione del credito d’imposta per ristrutturazioni e nuovi investimenti, soprattutto quelli inseriti nei progetti legati al Mezzogiorno e ai “Patti per il sud”.

Ampio spazio è dedicato anche al processo di digitalizzazione delle imprese turistiche e al programma di incentivi per le startup innovative.

Ultimi, ma forse i più importanti, sono gli investimenti legati a due grandi cavalli di battaglia del precedente governo: intermodalità e Piano Strategico per il Turismo. Sul primo fronte, il Pd vuole coinvolgere aeroporti, stazioni e strade e puntando sull’Alta Velocità in tutta Italia. Dall’altro, il Pst completa l’intermodalità con l’incentivazione dei flussi turistici e lo sviluppo di unofferta che coinvolga sempre più centri minori e borghi.

LIBERI E UGUALI. Priorità a startup e progetti sostenibili
Anche perLiberi e Uguali (LeU), formazione guidata da Pietro Grasso,  il turismo ha un capitolo a sé nel programma di governo. Il punto di partenza è la valorizzazione della biodiversità in tutti i suoi aspetti: culturale, paesaggistica, architettonica, agricola e artigianale. “Tutto questo è terreno fertile – si legge nel documento ufficiale – per la sperimentazione, l’innovazione tecnologica e l’imprenditorialità giovanile, attraverso un concreto sostegno alle startup”.
Grande attenzione anche alle periferie, dove LeU prevede percorsi di valorizzazione con esperienze di cittadinanza attiva e autorganizzata. Le proposte vanno dall’introduzione del volontariato al piano di investimenti in cultura e politiche culturali con valorizzazione dei piccoli musei e l’istituzione dei Poli Museali Regionali.

Tutto il programma, però, si declina attraverso una condizione indispensabile: la sostenibilità. Al di là delle urgenze sui trasporti, sull’intermodalità e sulla mobilità efficiente dei flussi turistici, è posto l’accento sul rigoroso monitoraggio di tutti gli effetti della sharing economy per evitare che i benefici vengano annullati da abusi e concorrenza sleale. In altre parole, il turismo sostenibile “deve realmente essere un traino per la ripresa etica, oltre che economica, colmando la distanza del sottosviluppo tra aree geografiche e condizioni sociali”.

10 VOLTE MEGLIO. Destagionalizzare e decongestionare
Alle prossime elezioni correrà anche una new entry: il gruppo politico 10 Volte Meglio, guidato da Andrea Dusi, volto noto del travel per la sua esperienza alla guida di Wish Days, l’azienda che lanciò sul mercato i cofanetti Emozione3, poi venduti a Smartbox. Un team di imprenditori, esperti e cervelli in fuga con l’obiettivo di cambiare il Paese. Al punto 7 del loro programma c’è il turismo.

Questi i principali obiettivi: incrementare la presenza di turisti stranieri nei mesi non estivi; differenziare e ampliare l’offerta; diffondere le “buone pratiche” nella gestione dei territori; attivare una regia nazionale più efficace, senza accentramenti burocratici; aprire a risorse private per valorizzare il patrimonio artistico; supportare l’imprenditorialità nel settore semplificando la burocrazia, agevolando la digitalizzazione, con finanziamenti e defiscalizzazioni mirate. - di Andrea Lovelock