Egitto: l'Sos del ministro delle Antichità
In cifre, significa che il guadagno della vendita dei biglietti è passato da 3 miliardi di lire egiziane (circa 314 milioni di euro) nel 2010 a 125 milioni di lire (13,5 milioni di euro) nel 2014. Sufficienti solo per pagare tre mesi di stipendio ai dipendenti del ministero. Circa 9,5 milioni di turisti hanno soggiornato negli hotel egiziani nel 2013 (solo tre anni prima erano più di 14 milioni). Grazie ai turisti provenienti dal Golfo, c'è una leggera ripresa nelle località del Mar Rosso, che ancora non tocca le aree archeologiche più importanti.
«Il turismo è morto» denuncia il direttore del Luxor Times. Nella città che ospita la tomba di Tutankhamon «c'è una crisi peggiore di quella del 1997, dopo l'attentato che uccise decine di turisti alla Valle dei Re. Per questo molti operatori del settore hanno lasciato il loro lavoro». Il governo sta cercando di porre rimedio alla crisi. Il quotidiano di stato Al Ahram, scrive che il ministero del Turismo ha iniziato «una collaborazione con i tour operator per rendere più accessibili le prenotazioni via web in tutte le strutture del paese».
Il ministero delle Finanze, invece, «ha disposto un finanziamento di circa 100 milioni di euro per rilanciare il settore turistico che prima della rivoluzione rappresentava l'11 per cento del Pil. Potrebbero essere necessari tre o quattro anni, senza ulteriori episodi di violenza, affinché i turisti tornino nei siti archeologici. I visitatori sono molto spaventati dall'instabilità e dagli attentati, in particolare da quelli dell'ultimo anno. Le notizie che arrivano all'estero, inoltre, hanno allontanato i turisti anche dalle zone non direttamente coinvolte, perché la percezione è che l'intero paese sia un posto insicuro. La crisi non riguarda solo i grandi monumenti come quelli del Cairo, di Luxor o Aswan, ma anche i siti archeologici nelle aree più remote, dove svolgiamo le nostre missioni. - Fonte: Panorama