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Dubai revolution: lezione di incoming

Dubai revolution: lezione di incoming

L’appuntamento è a Berlino, nel colossale stand di Dubai all’Itb. La prima domanda – quella di rito – è «what’s new?», le novità dell’anno. Sgrana gli occhi Marc Bennett, senior vice president International Operations di Dubai Corporation Travel and Commerce Marketing.

Dubai, ripete energico, «è la novità per antonomasia». Una destinazione «mutevole, in continua evoluzione, che cambia ogni anno». Basta guardare i numeri. O meglio, un numero: «14mila posti letto in più previsti per il 2016, pari a quelli dell’intera Ginevra, per fare un paragone».

Originario delle Seychelles, Bennett ha la solarità della gente di mare, un approccio friendly che ben si concilia con il dinamismo di Dubai. L’Opera House da 2mila posti, Bollywood Park, Legoland, un gigantesco Dubai Eye, ruota panoramica simile a quella di Londra: sono solo alcune tra le nuove attrazioni che Marc elenca senza prendere fiato. Uno sviluppo, questo, che rientra nel Tourism Vision 2020, sottoscritto tre anni fa dallo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, vice presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti.

Entro quella data, ovvero tra quattro anni, Dubai si prefigge di accogliere 20 milioni di visitatori l’anno, triplicando l’impatto del settore turistico sull’economia. Oltre all’evoluzione ricettiva con l’inaugurazione di nuovi hotel, attrazioni ed eventi, il governo scommette anche sul marketing, rafforzando l’immagine nel leisure e nel business travel, fino a elevare Dubai a must-visit destination.

La nuova brand identity, che incarna «la cultura del successo e la capacità di vincere ogni sfida», ha debuttato nel 2014 proprio all’Arabian Travel Market di Dubai (la prossima edizione è dal 25 al 28 aprile 2016) con la presentazione del nuovo portale VisitDubai.com, anche in italiano, e l’app al servizio dei viaggiatori. Oggi è un marchio sempre più penetrante sui mercati-chiave.

Ma quali sono i bacini di riferimento in Europa? Bennett non ha indugi: «Tutti. Per ragioni diverse, e in modo diverso a seconda dei casi, non escludiamo nessun mercato». Complice il dollaro forte e la percezione di meta sicura nell’area mediorientale, Dubai ha guadagnato lo scorso anno il 6% in termini di arrivi dal vecchio continente, con il +20% dall’Est Europa.

«Nello specifico – informa – la Francia è cresciuta di quattro punti, il Regno Unito addirittura del 18%, la Germania sta a +11%». Certo, «il mercato russo è calato», ammette, «ma i prezzi competitivi ci permettono di essere attraenti quasi ovunque». L’obiettivo per quest’anno è stabilizzare i risultati raggiunti e crescere ancora. In Italia – da cui sono arrivati 172mila visitatori, in crescita del 2% – gran parte del business passa per il trade su cui DTCM punta con forza, anche attraverso la partnership con Interface Tourism.

«Tour operator a parte, sono moltissime le agenzie che vendono Dubai in autonomia. Anche a loro offriamo pieno appoggio, rendendoci disponibili a ogni tipo di supporto formativo e informativo», afferma Bennett. Intanto, si allarga sempre più il target di riferimento: «Non solo coppie e giovani, ma anche famiglie con bambini, che scelgono questa destinazione anche d’estate».

Sullo sfondo c’è l’intenzione di incoraggiare i flussi dodici mesi l’anno. Senza più limiti, né di target, tantomeno di stagionalità. Margini di crescita con i voli diretti Che l’Italia sia strategica per il Dubai Tourism lo confermano le attività di marketing e non, attuate negli ultimi mesi.

Tra tutte la cena di gala a Palazzo Serbelloni a Milano nel mese di febbraio, a cui ha preso parte anche il ceo dell’ente, Issam Kazim. È stato lui a ribadire il valore del mercato italiano nella top 20 dei bacini inbound più redditizi: «Un rapporto che passa attraverso business, trade e cooperazione strategica», ha detto. E se lo scorso anno, come ha ricordato anche il senior vp Marc Bennett, gli arrivi dal nostro paese sono stati 172mila, «le potenzialità di crescita sono grandi, grazie anche alle ottime connessioni aeree con i voli diretti Emirates da quattro importanti aeroporti italiani».

Ogni settimana la compagnia aerea degli Emirati offre 56 collegamenti no stop tra Roma, Milano, Bologna, Venezia e Dubai: voli brevi, di circa cinque ore e mezza, che rendono la destinazione popolare e conveniente anche per gli short break. L’asse Italia-Dubai passa anche attraverso l’apertura della struttura di extra-lusso Palazzo Versace Dubai, progettato dalla celebre casa di moda.

Questo albergo si affianca all’Armani Hotel nel Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Il fil rouge tra i due paesi è anche nel nome di Expo. Dopo Milano nel 2015, sarà proprio Dubai a ospitare l’Esposizione Universale nel 2020. E la macchina organizzativa è già al lavoro.

Parte, nel frattempo, la seconda fase del raodshow di Dubai Tourism. A partire dall’11 aprile farà tappa in cinque città, dove per ognuna avrà un tour operator partner. Il primo incontro si terrà a Firenze con Glamour Viaggi; tappa successiva a Roma il 12 con Viaggi del’’Elefante; il 13 l'ente sarà a Palermo insieme ad Alidays e l'indomani, 14 aprile, a Catania con I Grandi Viaggi. Il roadshow terminerà Bari il 15 aprile con I Viaggi dell’Airone.  - di Roberta Rianna - Fonte: L'AgenziaDiViaggi.it